venerdì 24 febbraio 2012

lecosechenontidico

Volevo spedirtela davvero o imbucartela sotto casa. Prendere un treno, uno di quelli che ci mette 4 ore e fa mille fermate, così avrei avuto tutto il tempo per scendere ad una delle mille fermate per ripensarci.
Tutte le storie finiscono, la gente mente, si ferisce... è la storia dell’universo, ma chissà perché avevo pensato che per me sarebbe stato diverso.

Non riesco a rimanere aggrappata ai quei pochi momenti belli passati insieme, perché li hai spazzati via con tutte le bugie che mi hai detto. Mi volevi tutelare e forse vuoi tutelarmi ancora mentre mi nascondi la verità ormai palese.

Sai, sto cambiando casa, pensavo che saresti venuto a vederla e ti avrei fatto dei dolci con il mio nuovo forno. Avresti ammirato il mio pavimento a mattonelle di colori alterni e ci saremmo coccolati nel nuovo spaziosissimo letto. Mi sarei lamentata con te perché per marzo saranno finiti tutti i miei telefilm preferiti e avremmo visto Italialand mentre io ti avrei russato sul petto.
Poi avremmo cominciato a pensare a dove andare in vacanza d’estate, dopo gli esami, e saresti venuto alla mia laurea, un po’ imbarazzato perché non avresti conosciuto quasi nessuno e un po’ geloso dei miei amici. Avresti messo quei jeans che ti fanno quel sedere bellissimo ed io un tubino nero, perché so portare solo quelli.

Io l’avevo pesata fin qui. Quando mi hai strappato le ultime pagine e hai preferito riprendere un vecchio album di figurine, non mi restava che la copertina di plastica per coprirmi e difendermi.



YellowDoll.

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