lunedì 20 febbraio 2012

Le cose prima andavano bene, poi solo andavano e dopo se ne sono andate.

Io e te ci siamo incontrati al cinema, eri seduto accanto a me per
puro caso. Indossavi il tuo solito cappello grigio e una maglietta a
maniche corte che lasciava scoperte le braccia tatuate e i muscoletti.
Te lo ricordi ancora, Fè? Forse i muscoletti non c'erano, ma a me non
me ne è mai importato nulla. Forse era novembre, forse no, forse erano
due anni fa, forse tre, non lo so. Per me è stata tutta la vita, Fè.
Se devo dare un inizio ad essa, alla mia vita, da quando ho
incominciato a sentire qualcosa, direi che inizia con quella frase di
forsenovembre al cinema -Ti piace?-, riferita al tuo tatuaggio con la
maschera di V per vendetta, e finisce con -Non lo so, sono confuso,
non so più dove sbattere la testa. Non me l'aspettavo, non sono bravo
in queste cose, ma lei è più...-. Lei? LEI? Ma stiamo scherzando? Ho
chiuso il telefono e mi sono buttata sul letto. Basta, c'è un limite
di dolore che i fili del telefono possono sopportare ed io l'avevo già
superato dal "dobbiamo parlare". Lei cosa ti da più di me? Ok, ieri vi
ho incontrato quasi per caso (ero di fronte a casa tua,
maquasipercasoeh): biondina, alta, occhi che sembrano due chicchi di
caffè, tette ok, gambe lunghe...basta. Pensavo fossi diverso, Fè.
Forse non diverso, "superiore". Non lo so. Ed era già troppo tempo che
mi tenevo tutto dentro, dopo due anni o forseuno noi, cos'eravamo?
Sempre insieme, intesa perfetta, le tue mani calde sulla mia schiena,
le fette di torta alle due di notte, i segreti sussurrati piano piano,
gli abbracci stretti e tu che -Oh, no, io non credo nell'amore-. Ma
che significa, Fè? Significa che non credi nell'amore tra di noi, che
non credi nell'amore in genere, come si può non credere nell'amore?
Secondo me solamente non l'hai mai sentito dentro, che è diverso.
Credi nell'amore, non nelle persone? Ma che ne so? Ma tu non una
parola. Non una parola su ciò che provavo, o provavamo? Poi te l'ho
detto. Anzi, prima è arrivata la
biondinatetteetuttoilpacchettostrafiga, poi te l'ho detto.
-E niente, volevo dirti una cosa,Fè.-
-Vuoi che vengo da te?-
-Solo se poi ci resti.-
-Stè, che è successo?-
-Sai, è da due anni che ci conosciamo...forse uno, uno e mezzo, (lo
ametto, non dovevo impantanarmi co 'sto fatto delle
nondatequasisicuramenteincerte), e...-
-...E? Oddio, hai 'na malattia terminale?-
-No, idiota, ti amo.-
Poi è arrivato il "dobbiamo parlare" e il "lei".
Federico, ci ho messo due anni a capirlo. Ti amo. Amo i tuoi tatuaggi,
E' impossibile descriverti completamente con poche semplici parole,
com'è impossibile conoscere la bellezza della primavera senza averla
mai vissuta e sentita sulla propria pelle, senza aver visto gli alberi
in fiore e aver sentito il profumo delle margherite. Sei il mio
principe non esattamente azzurro ma rosso fuoco e tatuato, con una
moto invece del cavallo bianco e con un ipod invece di fiori. Perchè
sei diverso, ed anche se sembra una frase ad effetto da film
americano, è vero, così dannatemente vero. Con te mi sento libera,
libera "da" e libera "di". Perché malgrado a volte ci incazzavamo,
malgrado la rabbia di alcuni giorni, quando penso a te, alla fine, mi
vengono in mente solo le cose positive. Quindi, Fè, tieniti pure la
tua biondina con le tette. E lascia la ragazza dai capelli a volte
arancioni, bassa, con gli occhi di un colore indefinito che però,
sotto le grandi felpe e la matita sugli occhi, ti ama. Ti ama sì,
anche se non ci credi, anche se all'inizio non ci credevo neanche io
ed ora sei la cosa più vera che mi rimane. Ti amo Fè.
Ti amo. Da forseunsaccoditempo.

Stè.

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