giovedì 16 febbraio 2012

Cordialmente.. 'AFFANCULO!

E' una lettera arrabbiata.
Non era amore, ma era qualcosa in cui credevo.

Era il mio lavoro, quello che ho imparato a fare da sola, perché voi eravate troppo impegnati a progettare il nuovo negozio, ad assumere la project manager, l'addetta all'e-commerce, il web designer, a partecipare alle fiere.
Mi avete "assunta" a luglio, dicendomi che a settembre, se vi foste trovati bene, mi avreste pagato il rimborso spese. 
Non ho firmato pezzi di carta, non mi avete detto che mi avreste dato qualcosa in nero.
Però mi sono impegnata, ho imparato da sola a svolgere le mansioni di segreteria, telefonando ai fornitori, cercando di essere il più cordiale possibile, come avrei voluto esser trattata io stessa al telefono.
Mi avete detto che avrei fatto anche lavori di grafica e che mi sarebbe servito un portatile nuovo, e i miei si son premurati di comprarmi un MacBook Pro, perché volevano che io avessi il meglio, perché loro ci credevano a quel lavoro, quasi tanto quanto c'ho creduto io.
Tra una cosa e l'altra è arrivato settembre. Io v'ero piaciuta, e mi avete tenuta. Mi avete lasciato una scrivania tutta mia, e mi avete lasciata ancora più sola, nascosta, in un ufficio più grande, con colleghi che non erano i miei (ma ai quali mi sono affezionata tantissimo).

Per due mesi non mi sono lamentata. 
Poi è arrivata lei. "Perfetta". Più grande di me, con il carattere forte che si celava sempre dietro al suo sorrisetto falso.
E' arrivata ed io son stata più nessuno.
Voi capi ne andavate pazzi: alta il giusto, magra, tette nella media, gambe lunghe, capelli lunghi, e vestita da "fichetta". L'opposto di me, bassina, caschettino biondo platino, senza seno, gambe corte, con le Converse ai piedi e i maglioni oversize.
Mi sono fregata da sola, sottomettendomi a quella stronza. La mia stupida insicurezza mi ha fregata. Mi son sentita inferiore, e mi son chiusa a riccio.
Lei veniva pagata: niente periodo di prova, niente "fiato sospeso". Lei era utile all'ufficio. 
Passava ore nei vostri uffici, a far cosa poi non lo so.
E io? Chiamavo ancora i fornitori, risistemavo i casini che facevate, progettavo stupide proposte grafiche, facevo liste in Excel e preventivi.
Gennaio si avvicinava, e mi era stato detto che mi avreste assunta come commessa nel nuovo negozio, proprio all'inizio del nuovo anno.
Finiscono Natale, Santo Stefano, Capodanno ed Epifania, due giorni di ferie e poi tutti a lavoro, di nuovo.
Ho preso due giorni di malattia, ma per il resto sempre presente, pioggia, neve, quaranta gradi all'ombra. 
Una mia collega mi chiamava "Stacanovista". Ma io lo facevo solo per assicurarmi il posto.

L'anno nuovo è iniziato ed io mi faccio avanti chiedendo cose ne avreste fatto di me, e mi avete risposto "Due settimane e arriverà il contratto, tranquilla".
Due settimane passano e voi niente. Ne passa una terza, e in un pomeriggio a caso, dal vostro ufficio entrano ed escono i miei colleghi: rinnovano i contratti, mi dicono.
Poi, il mattino seguente chiamate anche me, dicendomi che due settimane ancora e anch'io potrò firmare il mio contratto.
Un buon contratto, di apprendistato, quattro settimane di ferie, quattordici mensilità, e contributi pagati dallo Stato.
Salto di gioia, torno a casa felice. Una felicità che si affievolisce giorno dopo giorno durante le due settimane successive.

Poi arriva il pomeriggio in cui vedo i miei colleghi impacchettare tutto: finalmente ci trasferiamo nel nuovo negozio! 
Ma no, sono le 18,30, io le mie otto ore le ho fatte, dovrei uscire, ma mi volete parlare.
Mi volete lasciare a casa. L'apertura del negozio è stata posticipata, ma dato il trasferimento imminente nella nuova sede, non potete permettervi di portarmi con voi senza un contratto. Un contratto che non firmerò mai, perché arriverà tra un mese ancora, e non volete farmi stare con voi oltre.

Ho passato otto -OTTO- cazzo di mesi gratis, impegnandomi, imparando da sola a fare un lavoro. E ho sprecato tanto, troppo tempo. 
Tempo che avrei potuto dedicare al mio ragazzo, alle mie amiche, alla mia famiglia, e che invece ho passato a fantasticare su il "cosa avrei comprato con i soldi dello stipendio" e "a quanto avrei messo da parte per viaggiare, e per il mio futuro". Otto mesi sprecati a sognare.

Cordialmente andate 'AFFANCULO. 

ABBIATE LE PALLE DI NON FARVI SOTTOMETTERE. A RIMETTERCI SARETE SOLO VOI.
 
M.

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