lunedì 26 marzo 2012

Le pigne nel cervello e la genetica

Il perché ci credevo, o avrei voluto così fortemente crederci non lo so. Davvero non ne ho idea. Eppure ogni volta che sono un po’ triste penso a lui e sto un po’ meglio. Ma avrò le pigne nel cervello?!?

Mi disse una volta Ma perché sprechi energie a preoccuparti così?!? Pensa a preoccuparti poi quando avrai un ragazzo, no?” Ha ragione, io lo so che ha ragione (cit.), e ho anche seguito il suo consiglio: ho conosciuto gente, sono uscita con gente, ho scopato con gente; eppure non posso fare a meno di essere un po’ gelosa del suo palesissimo flirtare con una che, cazzo!, è bella e mi è pure simpatica da morire, che ci flirterei io.
L’ho gestita malissimo, lo so molto bene: l’ho spaventato a morte. All’epoca non c’era questo blog e, sì, ho fatto LA cazzata. Promemoria per me/voi: il 95% degli uomini non sono geneticamente predisposti a capire/gestire i pipponi mentali del cervello femminile. Semplicemente se la fanno addosso. Probabilmente è istinto di autoconservazione: meglio stare alla larga dalle psicopatiche. E in effetti... non posso darvi torto, ometti. A volte vi compatisco per il fatto che abbiate a che fare con noi donne, così volubili (ndr. leggi psicopatiche); vi compatisco e avete tutto il mio supporto morale (io stessa ho dei gravi problemi a rapportarmi con amiche donne, infatti ne ho pochissime). Beh, in quel frangente mi sono sicuramente comportata da psicopatica. 

Mi dispiace. Posso ritrattare tutto? No, non posso. Ormai il danno è fatto. 

La sicurezza è chei lui nemmeno ci sta pensando in questo momento e forse semplicemente non gliene fotte un cazzo di me. Non gliene fotteva un cazzo già da prima.

L’unica cosa che gli rimprovero e l’avermi messa in attesa. Beh - sai che c'è? - qui l’attesa sta giungendo agli sgoccioli, che si sappia Tic Tac, Tic Tac, Tic Tac...
e quando tornerà (forse) per chiedermi di vederci risponderò: "Te lo scordi, tesò. Ciccia!"

*risate preregistrate*
 
Certovirgolacerto

domenica 25 marzo 2012

Hai fatto tutto Tu

Ogni notte con i sogni,
tento di lavare i ricordi di quello che siamo stati...
Vorrei soffocare tutti gli attimi che non abbiamo vissuto
e che abbiamo solo immaginato...e che non saremo mai...


Manara23

giovedì 22 marzo 2012

Sai che c'è?

Sai che c'è? C'è che io di te mi potrei innamorare. Perché le storie non si costruiscono: le storie accadono. E proprio per questo non posso pensare di poter riuscire a salvarmi se non impedisco alle cose di accadere.
Perché io non ti potrò mai interessare perché tu "quelle come me" non le guardi. Perché tu, in generale, "quelle" non le guardi.
Perciò se ora tu mi chiedi di vederci ogni giorno per altri motivi, se mi chiedi di continuare gli studi insieme, se mi scrivi "attenta, perché con quello ci ricaschi e dopo starai di nuovo male", se ti preoccupi per me mostrandomi di essere entrato subito in confidenza con me… io ci ricasco, sì, ma con te. E non deve accadere.
Ho bisogno di ricordarmi chi sei. Ho bisogno di dimenticare chi vorrei che fossi. Ho bisogno di impedire che una cosa accada, per non doverne subire le conseguenze.

Ma so già che non ce la farò.

Shema.

martedì 20 marzo 2012

Sono passati 8 mesi

Sono passati 8 mesi da quando ci siamo lasciati. E non lasciati nel senso di relazione. Non siamo mai stati assieme, io e te. Ci siamo solo amati, o meglio, ti ho solo amato. Mi ci sono volute solo due settimane per setirti mio in ogni direzione e questo è una cosa che mi fa rabbrividire, perché è assurdo innamorarsi in soli quattordici giorni. Ma sai, è stato tutto un processo di ricordo, il mio. Ti ho sognato tante di quelle volte, che ne ho perso fin il conto. Ho sognato me e te, in quell'aereoporto che piangevamo perché non ci saremmo mai più visti. Ho sognato le tue parole accartocciarsi contro il mio respiro, contro il mio desiderio di rimanere appesa a te. Ero quasi felice, anche se ci stavamo dicendo addio, perché quel momento era mio per sempre; eravamo io e te, che ci amavamo e ce lo dimostravamo a vicenda. Era tutto perfetto. Ma poi mi accorsi che quei capelli non erano i miei. Gli occhi e l'esile corpicino, non mi appartenevano. Mi accorsi di non vedere te e il tuo sorriso, ma di vedere due ragazzi che si abbracciavano e si baciavano con passione, come fossero gli ultimi baci prima della morte. Mi resi conto in secondi interminabili che io ero uno scarto, ormai. Non facevo più parte della tua vita, e forse non le ero mai stata.
E se piangere nel sogno è qualcosa di realmente brutto, piangere mentre sogni è qualcosa di terribile. Mi svegliavo con la faccia impregnata di acqua calda, le guance bollenti, il respiro affannato e la testa che scoppiava. Erano sogni di distruzione.
Ho imparato a vivere senza di te, senza i nostri scherzi e le nostre risate. Sono riuscita a ridurre il tuo pensiero a 10 ore, e poi 7, e 5, e 3, e 2 fino a non pensarti più. Ho iniziato una vita diversa perché sono diversa. Ti ho amata con tutta me stessa nei mesi in cui tu mi odiavi con tutto te stesso. Ho aspettato tue lettere, tue risposte, tue parole. Ho pregato di vederti ancora una volta, anche solo in foto. Ma ogni volta, ogni fottuta volta, al solo provar di ricordarti mi vengono strizze al petto, al cuore, allo stomaco, mettici tutto quel che vuoi. Sento il mio corpo dimezzarsi, e i polmoni che cercano aria.
Questa situazione mi fa letteralmente schifo. Ogni mio sentimento nei tuoi confronti mi fa schifo. Quando mi chiedono di pensare a qualcuno penso a te. E se mi chiedono chi è il fortunato non riesco a rispondere perché tutto questo è semplicemente assurdo.
Ho una vita, dopo di te, e questo mi sconvolge perché tu sei stato la vita più bella che io abbia mai vissuto.

(E ora voglio solo vederti crepare con quella puttana.)

G.

sabato 17 marzo 2012

Cercare di capire

Ho bisogno di fare chiarezza e non so dove altro metterlo. Non è che ho confusione, ma ho bisogno di avere davanti le cose limpide.

C'è questa cosa che credevo si spegnesse e invece no. Mi scrive, mi corteggia da lontano, senza mai eccedere, senza mai dire la parola in più che farebbe scattare il mio rifiuto. Ma credevo finisse dopo poco, un entusiasmo iniziale e basta. E invece no e mi sento sporca e in imbarazzo ogni volta che lo incontro e non ho fatto nulla. Cosa vuole da me? Cioé non sono stupida, so cosa vuole, ma sa che non c'è verso. E allora perché? Perché certe cose, perché la stretta e gli abbracci ogni volta che ci salutiamo?
Mi lusinga? Sì.
Mette in dubbio le mie certezze? No.
Ma ora che una sorta di grande passo è più vicino, mi chiedo come sarebbe l'entusiasmo dei primi tempi. E mi chiedo cosa farei se la situazione non fosse questa. Ma la situazione è questa e ne so fin troppo e la risposta è comunque un grosso e grande NO.
Ma smettila, ti prego. Almeno diminuisci. Sii corretto, con me, con te e con lei.

Il solito

Viva la vita.
Ad Andrea.
Ciao, probabilmente non ti ricordi di me, tra qualche giorno compio 18 anni e la mia ragazza è incinta. Che si fa? Si abortisce. Lei è poco più grande di me, non ci amiamo, almeno credo (in effetti non gliel'ho chiesto), ed è stata sorpresa almeno quanto me di questa notizia. Prendavamo precauzioni? No. Facevamo sesso? Tantissimo. Siamo stati ingenui? No. Dovresti sapere che io sono, ero, sterile. Sono nato con una grave malattia invalidante, di cui non ti dirò il nome, ma ti basti sapere che finora mi sono sottoposto a 23 diversi interventi chirurgici, ho passato circa metà della mia vita, inclusi compleanni, in ospedale. Le cause della malattia sono sconosciute, nessuno sa perchè, percome, perquando. L'unica cosa che si sa è che la malattia è genetica. Nessuno si aspettava una cosa del genere quando sono nato, la prima cosa che hanno fatto è stata portarmi via dalle mani di mia madre e nessuno ha potuto vedermi prima dei 2 mesi di vita. Ma tu l'avresti il coraggio di passare questo fardello a tuo figlio? Avresti mai la coscienza di mettere al mondo un figlio malato? Io non ho nessuno da incolpare per ciò che mi è successo, e francamente non ne sento il bisogno, ma così non sarebbe per lui: lui avrebbe qualcuno da incolpare, eccome se lo avrebbe. No, non si può fare, dobbiamo abortire. Ma non sarà forse che sto rinnegando me stesso? Non concedere ad altri il dono di questa mia vita sarebbe come ammettere che questa mia vita fa schifo. Eppure non è vero, la mia vita non fa schifo, o almeno non è così che la percepisco. Solo ultimamente mi sono reso conto del mio tenore di vita: ho passato gli ultimi 2-3 anni chiuso in casa, senza mai uscire, medie scolastiche stellari come sempre e borse di studio a non finire. Eppure io lo percepivo normale, anzi mi ritenevo pieno di amici e amato dalla gente, io letteralmente provavo quelle emozioni; ma è solo ora, facendo un paragone con ciò che tu hai vissuto, con ciò che gli altri hanno vissuto, che mi trovo costretto ad ammettere, con estremo rammarico, che io sono sempre stata una persona solitaria. Ed ora non mi resta altro che il compianto di questa vita, non posso nemmeno avere la fierezza, come vedo a certi fare, di sventolare in faccia al mondo la propria solitudine mostrando quanto aiuti una persona a maturare e ad accettare se stessa. Non posso farlo perchè non mi sono mai sentito solo, lo ero, ma non potevo sentirlo. Quindi, andrò in giro a dire che la mia vita è stata piena di gioie e solo quando mi chiederanno di raccontarne qualcuna farò scena muta. Quando soffri per tutta la vita le cose piano piano cominciano a scivolarti addosso, quelle che un tempo potevano sembrare accoltellate ben pianificate dal destino ora sembrano pianificate da qualcuno che conosci, ma cosa diavolo vorrà da me questo destino? Ormai abbiamo passato così tanto tempo insieme che senza di lui non saprei come vivere la vita: sei un buon amico e tu lo sai, te ne rendi conto, perciò per una volta posa quel coltello e portami un fiore, io odio i fiori, ma non odio l'intenzione che c'è nel fiore. Ed è bello come io, attraverso la scrittura, stia pompando le mie emozioni. In questo momento, mentre scrivo, non provo nessuna delle emozioni che sto trasmettendo, non sono apatico, è che per me fila tutto come sempre. Ma io non voglio che fili tutto come sempre, la gente piange per queste cose, ma non riesco a piangere, però voglio farlo e allora dirò a tutti che l'ho fatto e se non mi credete leggete, leggete quello che scrivo e ditemi se non ci trovate almeno una sfumatura malinconica. Cazzate, sono tutte cazzate. Io sto bene, ma sono fiero di saper raccontare cazzate. Forse è grazie a queste che ho sempre sentito la vita più leggera; lascio a loro il peso delle mie emozioni purificando il mio corpo. Dell'anima preferisco non parlare, che sia marcia o meno non mi causa problemi. Oserei dire che è la perfetta coinquilina, si insomma, abita dentro di me, ma non sporca, non si lamenta, non fa baccano e paga regolarmente l'affitto: non vuole che il padrone diventi cattivo. Vorrei poter finire questa lettera dicendoti che anche queste sono tutte cazzate, ma credo che infondo tu sappia che non è così. Decidi tu: puoi credermi o non credermi. Non mi interessa.
Finchè morte, o schizofrenia, non ci separi. Tuo Andrea.
P.S. Buon compleanno coglione.

giovedì 15 marzo 2012

Deiezioni mentali notturne e pupazzi brutti.

Ti ho lasciato io. Eppure quando mi hai baciata non mi sono tirata indietro. Scusami, non volevo illuderti, ma se sono con te mi piaci. Se sono con l'altro mi piace l'altro.
Non abbiamo mai avuto problemi.
Ci siamo conosciuti per caso, e non ho mai vissuto un'esperienza bella come la nostra. Non ci siamo fatti aspettative, perché non sapevamo niente l'una dell'altro, del nostro passato, delle nostre esperienze.
Abbiamo semplicemente imparato a conoscerci. E tu lo hai fatto più di chiunque altro.
Mi conosci davvero.
Ti sei impegnato a sopportarmi e a supportarmi nelle mie minchiate quotidiane. Dal mio snervante carattere acido, al fatto che cambiassi idea sul come vestirmi prima di uscire almeno cinque volte. E poi mi truccavo in cinque minuti, niente di speciale: fondotinta, fard, mascara e eye-liner. E tu lì, con l'acustica in mano strimpellavi accordi, mentre, paziente, mi aspettavi.

E senza pretese uscivamo. Parlavamo. Ci confrontavamo.

Senza impegno, ci siamo detti all'inizio. E non c'è mai stato, perché è venuto tutto naturale, spontaneo, semplicemente com'eravamo.

Anche nella routine quotidiana non ci siamo mai annoiati. Trovavamo qualcosa da fare, seppure fosse un giro al lago a guardare le folaghe immergersi nei primi giorni di tiepido sole, o rannicchiati sotto le coperte quando pioveva.
E quei campi verdi del Nord… Chi se li scorda più? Ogni volta che ti baciavo mi venivano in mente. Il cane invisibile, le nostre deiezioni mentali, l'acquazzone estivo al primo appuntamento, e la cena a base di patatine e birra, gli sbirri che ci chiedono i documenti perché siamo seduti per terra, fradici, in stazione. Ed è così che scopro il tuo vero nome.

Poi ci affezioniamo, e tutto è un sogno. I viaggi. Le esperienze passate non contavano. E se eri triste ti abbracciavo. E potevi contare su di me.

I concerti, la musica, gli strumenti che parlano come se fossero voci, le più belle mai sentite. Sei sempre con me.
Scopro gli EITS grazie ad uno spot pubblicitario. Ti linko una loro canzone, quella che mi fa immaginare gli stessi campi verdi del Nord. Che mi mette amarezza, ma che è perfetta. E mi fai un complimento bellissimo: "Devo dire amo questo tuo lato post. Credo che questo tipo di musica incarni perfettamente ciò che il mondo è oggi, forte amarezza che sai che prima o poi esploderà, e prima che esploda puoi godere delle sfumature, fantasticare sul come sarà dopo, e lasciarti assorbire". Io, che non pensavo di intendermi di musica, mi sento dire da uno studente di chitarra una cosa del genere? Mi sono sciolta.

E poi trovo lavoro. Ci ha tolto tanto di quel tempo, che manco riesco ad immaginarlo. E mi ha tolto la voglia di credere in quello che c'eravamo sempre detti. L'unico mio pensiero era di arrivare al fine settimana, e rilassarmi. Non m'importava più del lago quando faceva caldo, dei momenti d'intimità quando fuori pioveva… Volevo solo recuperare le energie, riprendermi da quei cinque giorni, otto ore al giorno, per otto mesi, non pagati, per arrivare finalmente alla realizzazione di un piccolo sogno: firmare un contratto che tanto avevano millantato, e poter guadagnare qualcosa da mettere da parte, al fine di trasferirci, un giorno, all'estero.

Un sabato pomeriggio siamo a casa tua. Devi comporre un video di spezzoni di proposte di matrimonio. E' stato un tuo amico a chiedertelo. Vuole fare una sorpresa alla sua ragazza per San Valentino, e chiederle la mano. Volevi il mio aiuto, ma io avevo sonno. Dormo finché una canzone degli EITS non mi sveglia… Sei tu che l'hai messa. Sapevi come svegliarmi.
-Ti piace come sottofondo finale per il video?- mi chiedi.
-E' bellissima. Ma loro non la capirebbero. Non gli darebbero lo stesso significato che gli darei io. Questa è mia. Loro sono miei. Questa canzone è nostra. Mi appartiene.

Pochi giorni dopo il mio benessere viene minato… Un mercoledì sera mi chiamano in ufficio i capi. Han deciso di lasciarmi a casa. Il mondo assume la sua espressione più brutale, e che tu venga da me ha poca importanza, perché il mio cervello va oltre… Senza lavoro significa sogni irrealizzabili. E come non mi trovavo bene nella routine lavorativa, lì non mi son trovata bene nella routine da disoccupata.
Ho liberato i miei istinti, rifugiandomi in nuovi pensieri più felici… Tipo quel ragazzo che conosco da anni, che ho incontrato a lavoro, che aveva una cotta per me quando eravamo ragazzini, ma che io snobbavo perché non reputavo alla mia altezza, e che ora è così carino, tanto che lo spiavo dalla porta-finestra mentre faceva pausa siga. Quello che non mi rivolgeva la parola perché era sempre in imbarazzo, quello che si studiava i miei orari di pausa pur di incrociarmi.
Ed è così a caso, che mi sono presa per lui, perché ho reputato più semplice cambiare totalmente la mia routine. Stravolgerla.
Certe ragazze cambiano taglio o colore di capelli quando vengono destabilizzate mentalmente. Io voglio rimanere biondo platino -ricordi la mia storia su chi ha i capelli biondi? Quanto sono "potenti"? Ti avevo fatto ridere un sacco- però ho voluto accantonarti. Sono un mostro.
Sono come tutto ciò che ho sempre odiato. Come quegli odiosi bambini viziati che abbandonano un pupazzo a cui sono affezionati -quelli magari senza un occhio, o senza naso, col pelo infeltrito- solo perché hanno un nuovo giocattolo. I giocattoli brutti. E tu mi hai detto: -Sono diventato come quei pupazzi brutti. Mi vuoi accantonare per averne uno nuovo.
Mi ha ferito. Mi hai colpita nel vivo. Ma io ti lascio, decisa ad intraprendere una nuova via.

Quando ci siam visti e mi hai regalato quell'album con la dedica… Io mi sono sciolta, di nuovo. Mi capisci meglio di chiunque altro.

E ora che mi sto rifugiando in un altro ragazzo, è vero, non riesco a non incazzarmi se so che sei "online" su facebook, perché con me non sei mai stato "online". E vorrei sapere se ti stai buttando anche tu tra le braccia di un'altra, per accantonarmi, com'è giusto che sia, perché sono io il pupazzo brutto. E lo sono davvero.
Ti sto facendo del male. E sto male nel saperlo.
Ora vorrei esser con te, magari prendermi un gelato in quel bar così nuovo della tua cittadina.

Non pensavo di avere ancora qualcosa da dirti, però non è così. E' solo per il bene di tutti e due che non te le dico. Ho infangato tutto. Ed è per questo motivo che non riesco a prendere una decisione: temo di rimescolare le carte. E preferisco lasciarti andare, e darti la possibilità di trovare il tuo pupazzo. Ogni bambino ne ha uno che non abbandonerà mai.
Per me è sempre stato più difficile: tra tanti pupazzi, ne avevo troppi che reputavo "brutti" e più bisognosi di attenzioni. Non ho MAI saputo scegliere. Solo che di pupazzi preferiti un bimbo ne può avere mille, che dormono, mangiano, gli tengono compagnia, tutti insieme. Di ragazzo ne posso avere solo uno.

Loro rimangono la colonna sonora dei nostri ricordi. E tu sai quanto siano importanti per me. Per NOI. Ci appartengono.

Grazie Pierpregio. Ricorda: TAKE CARE, TAKE CARE, TAKE CARE.

Il tuo brutto peto.

lunedì 12 marzo 2012

Mi manchi, nonostante tutto.

Il problema io so bene qual'è: mi ostino a vederti come vorrei che tu fossi. E invece non sei così, o sei cambiato o non sei mai stato speciale come credevo.
Mi hai abbandonata nel momento più buio della mia vita, mi hai fatto sentire una totale nullità, non ti è importato niente di quello che avevo da dirti.
Hai preferito la tua felicità, senza pensare che sarebbe bastato un pizzico della tua presenza per rendere felice anche me. Ti sei ricordato dei miei errori, senza ricordare i tuoi, ma che bisogno c'era, io ti ho sempre perdonato.
Ma sai io ricordo tutto.
Ricordo tutte quelle volte che le mie amiche mi dicevano di lasciarti perdere, che questa o quella volta avevi superato i limiti e invece ogni volta cercavo sempre il lato migliore in tutto, pur di riaverti.
Mi ricordo di quelle sere passate a parlare, perchè mi dicevi che ti mancavo, che avevi bisogno di me e io nonostante tutto ero li ad ascoltarti.
Ricordo quelle parole che mi dicesti quella notte, in cui era chiaro che l'amore era già finito, volevi ancora fare l'amore con me, questo mi dicesti e te lo potevi risparmiare.
Sapesti solo esternare le mie debolezze, quella notte, la mattina poi tornasti da lei.
Come hai fatto a diventare così freddo, cattivo, meschino, egoista?! Dimmi come, imparami l'arte del far male.
Dimmi a cos'è servito illudermi di qualcosa che gia sapevi che non sarebbe stato per sempre, potevi benissimo dirmi "per sempre, finchè non arriva un'altra" , io avrei capito, ma così no. Per sempre, per sempre, per sempre, può cascare anche il mondo, dicevi, e poi l'unico mondo che è cascato è il mio!

domenica 11 marzo 2012

Tutte le volte

Questa mail non è per nessuno in particolare, ma soltanto per me.
Per tutte le volte che non vedevo l’ora di uscire, perché speravo di vederlo e alla fine non veniva.
Per tutte le volte che ho fatto tardi per prepararmi , perché volevo lasciarlo senza parole. Ma non succedeva, e io finivo per sentirmi terribilmente stupida.
Per tutte le volte che ho immaginato come sarebbe stato stare insieme, andarcene semplicemente in giro mano nella mano.
Per tutte le volte che ascoltando una canzone o leggendo un libro ho pensato a lui.
Per tutte le volte che guardando un film mi sono commossa e avrei voluto vivere una storia come quella.
Per tutte le volte che durante un concerto avrei voluto dirgli “questa canzone è per te”.
Per tutte le volte che sono stata “l’amica” di quella carina o anche soltanto “un’amica”.
Per tutte le volte che ho immaginato di cambiare e di stupire tutti quanti, ma soprattutto lui.
Per tutte le volte che ci ho provato, che mi sono messa a dieta, che ho tagliato i capelli, che ho comprato nuovi vestiti, pensando che vedendomi diversa sarei riuscita anche a sentirmi diversa. Ma poi mi rendevo conto che cambiare non è sempre così facile.
Per tutte le volte che mi hanno chiesto “come mai?” quando rispondevo che non ero fidanzata.
Per tutte le volte che mi hanno detto “vedrai, la persona giusta è dietro l’angolo” e io pensavo “il problema è capire di quale incrocio”.
Per tutte le volte che, uscendo con amiche fidanzate, mi sono sentita fuori posto.
Per tutte le volte che mi sono sentita sola e per tutte quelle che ho pianto.
Per tutte le volte che ho pensato di non essere abbastanza. E confesso che sono state tante.
Per tutte le volte che “figurati se a uno del genere interessa una come me”.
Per tutte le volte che pensavo mi avrebbe cercata.
Per tutte le volte che ho aspettato.
Per tutte le volte che “la verità è che non gli piaci abbastanza”.
Per tutte le volte che mi sono innamorata di un’illusione, di un’idea, soltanto perché era più facile.
Per tutte le volte che mi sono tirata indietro per paura che qualcuno mi potesse conoscere veramente.
Per tutte le volte che ho detto “sto bene”, ma non ci credevo veramente.
Per tutte le volte che ho pensato di dover dimostrare qualcosa, di dover essere sempre il massimo.
Per tutte le volte che non ho creduto in me stessa e ho lasciato che mi sfuggissero cose, persone e occasioni.
Per tutte le volte che ho pensato che “dovevo” avere qualcuno accanto, perché avevo la sensazione che mi mancasse qualcosa.

Per queste, e per tutte le mille altre volte in cui ho dimenticato la semplicemente cosa più importante, ossia che è impossibile amare qualcuno se prima non ci si innamora un po’ di se stessi.

- S.

Ok, vaffanculo

Ok, vaffanculo. Vaffanculo a te che, qualunque cosa faccia finisce sempre che non va bene e mi rispondi come se fossi una decerebrata. Vaffanculo perché sebbene abbiamo cercato di essere veramente perfette non ci siamo riuscite. Poi tu, fottiti l'anima, te che manco il diavolo potrebbe guardarti più in faccia dopo quello che mi hai fatto, non torno da te a braccia aperte dimenticando tutto, questa volta non lo faccio esimiatestadicazzo; Tu, ti ho dato tutto, pensavo fossi davvero la persona che dicevi di essere: La mia gemella, la mia metà. No, dimenticavo, sei sempre una stronza.
Tante parole sull'amicizia, tante parole sullo stare insieme e poi siete le prime a voltarmi le spalle? Senza una parola, lavandovene le mani perché "scusa non abbiamo le palle per dirtele queste cose", giustificandovi con "tanto ti saresti arrabbiata e te ne saresti andata". Voglio ricordarvi che prima di essere amica vostra sono una persona, mi lamento troppo? Potete dirmelo. Non siete le stesse quando ci sono io? Ditelo. Ve le meritate tutte le fiamme dell'inferno. 3 mesi di sbattimento totale da parte vostra, falsi sorrisi.

Il bello è che dite che mi lamento troppo, ma non mi avete mai chiesto come stavo, cosa avevo. Pensate di sapere tutto ma non lo sapete che ho ricominciato a tessere la mia tela di pelle con rivoli cremisi e che sto puntando all'obbiettivo 49 kg vero? No? Certo che non lo sapete, siete troppo occupate a correggere il rossetto sbafato e a parlare male di quella ragazza che con la sua dolcezza piace a tutti i ragazzi della classe,mentre voi non contate niente.

E domani parlerò con voce pacata per farvi saltare i nervi

Manchi.

Amore, o forse non dovrei più chiamarti così?
La vita ci ha fatto incontrare qualche hanno fa, ricordi?
Siamo cresciuti insieme da quel giorno, mano per la mano, esperienza dopo esperienza. Questo non lo potrai scordare, insieme siamo diventati quello che siamo, tu compreso.
Ed anche se ora tutti mi dicono di andare avanti, pensare ad altro, che non ti merito, e tutte quelle frasi fatte che conosco a memoria, proprio non ce la faccio.
Come chiudo gli occhi vedo il tuo sorriso, quello che mi ha tirato su nei miei pianti isterici per questi tre anni. 
Siamo l'amore più bello, facciamo l'amore più bello, meglio di così? Ricordi quando me lo dicevi? 
Ricordi la nostra prima volta, amore? L'avevi resa così speciale nonostante io avessi fatto la ragazzina imbronciata tutto il giorno. 
Ricordi quei giorni al mare? Mi avevi coperto gli occhi, trascinata in macchina e portato tra le dune di sabbia. 
Abbiamo vissuto tutti i cliché che si potessero vivere, persino Venezia ha conosciuto i nostri baci.
Ed ora per una stronzata immensa non vuoi neanche parlarmi. 
Perché amore? Perché non lasci che quei giorni che abbiamo detto eterni, non lo siano davvero? 
Lo sai che mi ami ancora, lo so anche io. E allora perché? 
Non può essere un errore così insignificante a rovinare tutto? 
Vorrei raccontarti tutto dall'inizio, per bene, come non mi hai mai lasciato fare.
Se mi hai amato, anche solo un po', in questi 1095 giorni, mi risponderai a questa mail. 
E' impossibile che una persona fantastica come te ignori la ragazza che ha amato così intensamente. 
Volevo dirti mille cose, ma l'unica cosa che mi viene in mente è che mi manchi terribilmente. 
Cerco di vivere la mia vita come era senza di te, ma non mi ricordo più come si faccia. E la sera puntualmente finisco per macchiare il cuscino di lacrime. 
Quando mi hai detto che dovevamo lasciarci, perché non ero più la stessa, perché la ragazza di cui ti sei innamorato non è questa che sono ora, mi sono sentita morire, lo sai. Sono sempre io amore, ero solo un po' preoccupata per la mamma, lo  sai com'è stata. Ma ho sbagliato ad averti trattato così, non te lo meritavi davvero, non era con te che ero arrabbiata, ma con la vita. 
Spero che avrai voglia di vedermi almeno un'altra volta, guardarmi negli occhi e dirmi che non mi ami, non ci credo che ne saresti capace. 
Lunedì, allo Sprizzy, alle 16.30. Sarò lì, ti aspetterò finché non arriverai amore. Non chiedo un ultimo bacio amore, chiedo un nuovo ti amo.

Ti amo pinguino mio 

La tua piccola.

Inspiro, espiro

Inspiro, espiro.
Nella vita bisogna essere positivi. La negatività non fa che attirare altra negatività.
Inspiro, espiro.
Però mettere le cose in chiaro è cosa buona e giusta, vero?
Inspiro, espiro.

Io credo che qui ci sia stato un fraintendimento, ma forte, eh.
Io sarò anche il tipo di persona a cui piace sognare, ma di certo non sono di quelle che si illudono facilmente.
Non scambio baci sulla guancia per ardenti dichiarazioni amorose; io ci vedo benissimo e capisco anche benissimo.
Quando non piaccio, non piaccio, non sto mica lì a tirarmi i capelli, a gettarmi a terra e a strillare che ce l'hanno tutti con me.
Sono paziente, ma è una cosa diversa. Sono pronta ad aspettare il tempo che ci vuole, se questo può aiutare, altrimenti aspetto che qualsiasi sentimento mi abbia colpita sbollisca con il tempo.
I sentimenti, tutti, se non vengono nutriti finiscono nel dimenticatoio, non c'è nulla da fare.

Ora io penso che se c'è un tipo di rapporto particolarmente stretto fra due persone si stabilisca un grado molto più che accettabile di sincerità.
Se mi sembra che tu stia una chiavica con un vestito, io te lo dirò. Non ti dirò “mi sembra che tu stia poco bene”, perché sarebbe insincero e sopratutto riduttivo, io ti dirò “Stai una chiavica”. E pazienza se mancherò di tatto e delicatezza, io parlo chiaro e tondo.
Allo stesso modo, gradirei che con me si fosse altrettanto chiari e cristallini.
Non mi piace chi non parla chiaramente, chi fa una cosa e poi fa una specie di atto di accusa su un sito - sì, sono cosciente di star facendo esattamente la stessa cosa, ma il messaggio non potrò riportarlo a voce e con altrettanta acidità quindi sono giustificata -, per poi esibirsi in una meravigliosa faccia da mulo le volte successive.

Poi, dato che la si è buttata particolarmente sul personale, mi sento di prenderla con eccessiva pesantezza e lagnarmi della situazione punto per punto.

Io non “soppeso ogni cosa che mi viene detta sperando di trovarmici riflessa”. Io, semmai, soppeso ogni cosa che mi viene detta per valutarne la grammatica errata, il lessico inadatto e l'uso opinabile di alcuni periodi; se voglio riflettermi da qualche parte uso quella bella invenzione chiamata specchio. Grazie.
Per quanto riguarda poi la gentilissima definizione “ragazza-roito”, beh, quella è cattiveria pura.
Se escludiamo i miei familiari – ma in certe questioni non vanno mai presi in considerazione -, nessuno mi ha mai detto che sono bella e io non mi ci sono mai sentita. Sono cosciente del fatto che non sono Venere, non ne sono felice, ma mi ci sono adattata; so di avere qualità altrettanto valide e quindi non vedo perché mi si debba imputare una cosa su cui io non posso in nessun modo intervenire. Nessuno, fra l'altro, può dire che io non sia la prima ad ironizzare sulla mia bruttezza. È proprio il suono di “ragazza-roito” che trovo irritante.
Comunque, se vogliamo continuare sulla via della puntigliosità, almeno i miei difetti fisici sono facilmente mascherabili e, in caso estremo, potrei usare un tipo di chirurgia plastica non invasiva; mentre per la tozzezza e la calvizie imperante a ventitré anni non ci sono soluzioni immediate; e a pensarci bene, neppure a lungo termine.

Concluderei dicendo: Caro, non pendo dalle tue labbra, sono talmente sottili che non ci resterei appesa a lungo.

sabato 10 marzo 2012

Fottiti

Sono stata stupida per aver creduto alle tue parole,ogni cosa mi diceva che stavo sbagliando ma sono stata stupida a non crederci. Sai avrei dovuto capire che per te ero solo un giocattolo su cui scaricare le tue frustazione. Sono stata un'idiota a permetterti di trattarmi come se non fossi importante , per te non ero mai abbastanza ma la verità è che io ero troppo per te. Quando penso alle tue scuse mi vieni da ridere credevi davvero che avrebbero cancellato le parole cattive che mi avevi detto. Pensavi di comprare la mia dolcezza,la mia gentilezza e la mia pazienza con le tue belle parole...Ops hai sbagliato.
Sai mi ero innamorata così tanto da far finta che tu non stavi uccidendo il mio amore,ho imparato a tenere tutte e cose brutte dentro perchè tu eri troppo impegnato a pensare a te per accorgerti del mio dolore. Non ti ho mai insultato o offeso in nessun neanche quando mi hai mollato nè quando hai detto senza tanti giri di parole che non mi avevi mai amato.
MA ORA BASTA...
Sai non sarò la ragazza più bella del mondo,nè quella più dolce o più intelligente ma sono io.
TUUU invece sei solo un coglione del cazzo,hai l'intelligenza di un criceto no anzi un criceto è più intelligente di te, la tua bellezza è paragonabile a quella di neanderthal e sei solo uno stronzo che si crede fiko fatti una vita che è meglio.P.S. fottiti

venerdì 9 marzo 2012

Giochiamo ad amarci?

Ecco, vedi, il problema principale è che continuo a chiedermi cosa ti passasse per la testa in quei momenti. Cosa ti passasse per la testa quando prendevo i tuoi capelli e ci facevo i nodi, quando provavo ad incastrarci dentro tutto il mio amore. Mi chiedo cosa ti passasse per la testa. Ti prendevo i capelli e tu infastidito mi spostavi le mani, come se qualcuno prima di me li avesse toccati in quel modo (qualcuno che non vorresti ricordare, non so), e allora mi guardavi e poi mi prendevi le mani e ci giocavi. Giocavi con le mie mani, con le mie guance, con i miei capelli ma a me di giocare con te non era permesso. Io amavo davvero, non potevo giocare, tu invece di amare non te ne preoccupavi neanche. E mi chiedo se il tuo non fosse solo un voler giocare. Volevi solo divertirti, giusto? Anche tu, come gli altri, volevi solo qualcuno con cui passare un po' di tempo fino a quando non fosse tornato/arrivato quel qualcuno giusto per te, anche tu volevi solo evitare la solitudine.
Ma allora spiegamele le tue parole dolci, spiegami quelle nottate insonni passate a guardarmi, spiegamele. E non dirmi ch'era solo amicizia, perché un amico non passa più giornate mano nella mano con te, non decide di punto in bianco di portarti a Firenze, non ti guarda in quel modo e non cucina torte per te, non si presenta a casa tua con un anello chiedendoti di sposarlo, le labbra di un amico non si avvicinano mai così tanto e i suoi occhi si chiudono pensando ad altre, non a te. Quindi, dato che a suo tempo non hai voluto dirmi "cosa siamo", e di certo non eravamo amici, dimmi cosa siamo stati e io mi farò una ragione di tutto ma lo devo sapere, lo devo capire, ero tua? potevo diventarlo? non lo ero affatto? o lo ero solo tentativamente?
(E, comunque, avresti potuto dirmelo subito, io ti amavo così tanto che avrei potuto fingere di amarti per gioco)

giovedì 8 marzo 2012

E poi

...e poi succede così, che ricompari nel buio di una notte mentre questa casa è deserta. E ti bacio, e mi chiedi quasi il perché. E mi racconti dei progetti per domani, una bevuta e il risvegliarsi a casa di qualcuna scelta a caso, in onore di quel dio dei single che veneri con quasi più convinzione di me. E io ti auguro in bocca al lupo, augurandoti conquiste di cui vantarti, in un abisso di mancanza di solidarietà femminile che farebbe impallidire chiunque. Ti auguro in bocca al lupo, e mi meraviglio di non sentire il mio cuore che si spezza, di non sentire il mostro verde della un gelosia che non conosco scatenarsi, di non provare niente. Ma non so più distinguere il sottile confine tra il mio masochismo e la mia consapevolezza che incrociare la tua strada per caso è tutto quello che voglio.
Prima di infilarmi in questo letto enorme e sempre vuoto, mi sono guardata ancora una volta allo specchio. Ho cercato una lacrima, almeno, un sorriso spezzato. ho ritrovato solo una fragorosa risata, e la speranza che domani vada tutto alla grande e secondo i tuoi piani. Stregale tutte, mi raccomando. Fino a quando troverai quella che ti farà capitolare ancora una volta.
Stregale tutte, perché so che puoi farlo, e so che lo farai. Quando ti bacio cerco l'infinito nei tuoi occhi. Non azzardarti mai a fraintendermi. L'infinito non fa per me. Soprattutto adesso, lasciarti andare via è l'unica cosa buona che posso fare. Per salvarmi.
Avere la mente che pensa come quella di un uomo ha i suoi innegabili vantaggi. Quindi, uomo delle notti di sigarette clandestine, in bocca al lupo, davvero. La mia libertà è troppo preziosa, e il mio cuore oramai non ha più voce in capitolo a riguardo. Sono innamorata della mia libertà, non di te. Tutto sta a ricordarsi esattamente la linea di confine. Adesso la conosco perfettamente. E una volta tanto, la linea di demarcazione non è fatta di atroce delusione, ma di inspiegabile, innaturale, solidarietà maschile. Con tanto affetto, bellezza, dalla tua amica insonne da cui torni quando metti il cuore in pausa, e che ti strega, di tanto in tanto, nonostante i suoi pantaloni da uomo e i suoi anfibi da assalto.

mercoledì 7 marzo 2012

Sei stato

Sei stato, per gli ultimi 4 anni della mia vita, i miei polmoni. Te lo dicevo sempre, "solo con te respiro davvero". Oggi...oggi respiro da sola. E l'aria non è mai stata così fresca.
Quando ho saputo che saresti partito per Boston, mesi fa, pensavo di cadere, a terra, immobile, e non rialzarmi mai più. Come quel giorno che mi hai detto ti devo parlare e non mi è crollato addosso il mondo, ma l'intero universo. Potevo sentirne il peso sulle spalle, e ad ogni tua parola, ad ogni tuo "ti amo ma non posso più stare con te", "ti amo ma ti farei del male", sentivo quel peso schiacciarmi sempre di più. Fino ad annientarmi. Quante volte te l'ho detto, fammi del male, amami e fammi del male, fammi del male ma resta qui con me. Te l'ho detto ogni volta che da quel giorno in poi i nostri occhi si incrociavano tra la folla e facevano l'amore. Te l'ho ripetuto quando l'amore l'abbiamo fatto noi, corpi clandestini, ancora e ancora, illudendoci di poter tornare per qualche ora a quella vita nostra che ci era sfuggita dalle mani. Siamo stati così per tanto di quel tempo che mi ero abituata, a non arrossire più davanti alla gente che diceva il tuo nome, a non girarmi più quando sentivo qualcuno che indossava il tuo profumo, a crederti solo quando mi dicevi "Noi dobbiamo stare lontani, perché se io ti sto troppo vicino il vicino non mi basta più"
Dobbiamo stare lontani.
Sono andata a vivere in un' altra città, ho conosciuto nuova gente, ho imparato a cucinare e lavarmi i panni da sola. Tornavo a casa a volte, nei fine settimana, e morivo dalla voglia di incontrarti in quel locale, dove ci eravam sfiorati mille volte, e morivo dalla paura di vederti e non voler più fare le valigie la domenica sera. Quando ho saputo che partivi per Boston, dicevo, non avrei mai pensato che mi avresti liberata.
Sei stato tu ad emanciparmi. Sei stato tu a pendere sul serio il "dobbiamo stare lontani" e saltare oltre oceano.
Ci siamo presi, anni fa, nel momento peggiore, e l'abbiamo reso i nostri momenti migliori. Poi, tutto ad un tratto tu hai chiuso tutte le finestre.
Oggi respiro da sola, mi hai aperto una finestra ed è entrato qualche spiffero.
O forse ho preso a spallate la porta per tanto di quel tempo che finalmente si è spalancata. E respiro da sola.
Ti ameró un po', per sempre.

martedì 6 marzo 2012

Non ti amo ma

Ciao.
Oramai è quasi un mese che non ci sentiamo. Del resto, non vedo come le cose potrebbero essere diverse: due come noi si incontrano tra le pieghe della notte, mentre le persone normali sognano già l'alba del giorno dopo. Noi no, ed è sempre stato così. Ma forse non dovrei dire "noi", visto che in questi cinque anni ci siamo sfiorati il tempo di un abbraccio sotto il piumone, un bacio sul tuo naso, e poi siamo sempre fuggiti appena sorgeva il sole. Quelle mattine in cui mi rivestivo nella penombra della tua camera e fuggivo, in silenzio, senza svegliarti. Codardia? Forse no, forse era anche giusto così. Erano i tempi in cui non mi capivi, in cui i miei racconti delle mie storie con una donna sempre lontana dagli occhi ma mai dal cuore ti lasciavano interdetto. Adesso non più. Continui a sparire, innamorato di qualcun'altra che io sicuramente non conosco, e che mi auguro solo ti renda felice. Io non potrei mai farlo, con la mia incapacità di pensare in prospettiva.
Però ci sono tante cose che vorrei dirti, e non posso farlo. Perché sarebbe trasgredire alle regole non scritte di due anime che si cercano nella notte, e si trovano raramente. E non hanno tempo per parlarne. E soprattutto, perché io non sono la ragazza che ti saprebbe dire tutto questo.
Non ti saprei dire che quando ti ho visto ho pensato che ti avrei voluto baciare, come se non ci fosse un domani, anche solo per una notte. Che quella notte, quando ti ho guardato negli occhi e ho intravisto il riflesso dell'infinito, fare l'amore con te è stato meraviglioso. Quella notte mi hai salvato la vita, dandomi finalmente l'antidoto per il veleno peggiore dell'universo: gli occhi della persona che ami che si perdono in quelli di qualcun altro. Il mio cuore era altrove, ma tu mi hai guarito.
Non ti saprei dire di quanto ho sognato le tue mani, i tuoi occhi. Per mesi, mentre tu eri sempre altrove, accanto a qualcuna che ti prometteva più di quanto io non potessi mai promettere.
E non saprei come dirti che vedere il tuo numero sul cellulare, dopo mesi, è sempre un mezzo tuffo al cuore. Rivederti e finire a baciarti come se non ci fosse un domani, ogni volta, perché io da te non voglio altro, non potrei volere altro.
Non saprei come raccontarti quanto amo il sentirti ridere di cuore, mentre mi abbracci dopo aver fatto l'amore. Non saprei dirti quanto adoro i nostri discorsi demenziali nel buio, tra un bacio e una scompigliata ai tuoi capelli color del grano. Non saprei come dirti che mi accorgo di un sacco di cose, adesso. Di come anche un tuo bacio prima di sparire nella notte sia importante.
Un tempo mi accusavi di essere innamorata di te. Litigammo. Ferocemente. Adesso non ti poni neanche più il problema, lo sai già che io non mi innamorerò mai di te. E tu farai lo stesso, ovvio. Mi chiedi cosa farò adesso, e non ti so rispondere. Ma se partissi, so che i tuoi occhi azzurri tornerebbero a popolare i miei sogni. Vaglielo a spiegare, alla mia stupida mente, che a volte si può trovare il principe azzurro di cui scrivevi a 14 anni, ma che il vissero per sempre felici e contenti è solo un collage discontinuo di abbracci nel buio, di sigarette, di notti a fare l'amore e di baci di addio il mattino dopo, e di secondi infiniti a cercare la perfezione dei tuoi occhi, e trovarci sempre il prologo di un bacio aspettato per mesi.
Non ti amo, ma.
I tuoi occhi mi hanno rubato l'anima.

lunedì 5 marzo 2012

Papà

Ciao papà,
da quando sei morto ho cercato di pensarti il meno possibile.
Ultimamente però mi sono resa conto che solo quando ti perdonerò davvero riuscirò a iniziare la mia vita.
In questi ultimi giorni in particolare riflettevo sul fatto che ho capito una cosa importantissima e cioè che io non sono come te.
E non importa se tu eri un genio, un professore universitario, se quello che dicevi non poteva essere messo in dubbio da nessuno.
Io non so dove sei adesso, sono atea e quindi per me niente paradiso o inferno o robe simili.
Però ovunque tu sia volevo che tu sapessi che ancora no, non riesco a perdonarti però una cosa te la voglio dire IO SONO MIGLIORE DI TE.
Capito bastardo?

Anniversario

Oggi avremmo fatto 4 anni.
Te la ricordi la prima volta che ci siamo visti? Avevi quelle bermuda di Jeans e una camicia a quadri, ed io ti ho visto ed ho pensato 'diamine, la ragazza che riesce a mettersi con uno come lui deve davvero essere spettacolare.' Il sole d'agosto ti illuminava i capelli, ed io passavo con lo skate, avevo i capelli tirati sù e non ero bella per niente.
Te la ricordi la prima volta che abbiamo parlato? Io ho tirato fuori quella stupida scusa della scuola, e tu sembravi non aver aspettato altro. Ti ricordi come i nostri cuori tremavano? Come se avessimo visto nell'altro la vita, come a dire 'finalmente ci sei, ti ho cercato per tutta la vita'.
Te la ricordi la prima volta che siamo usciti? Io che cercavo di fare battute divertenti per riuscire a vedere quella risata che mi piaceva da matti, avrei potuto sentirla per giorni interi. Le fossette che ti venivano, gli occhi che ti brillavano. Tu che volevi ballare ed io ch'ero spaventata da ciò che mi facevi sentire, così tanto amore solo sfiorandomi.
Te la ricordi quando poi non mi hai richiamato? Ed io pensavo fosse stata colpa mia, che fossi brutta. Mi mettevo sempre davanti allo specchio e cercavo i miei difetti, mi facevo tinte e piercing per vedere se tu mettevi 'mi piace' ad una misera foto su facebook, e se non lo facevi non mi piacevo neanch'io. Mi ricordo anche tutte le mie amiche che dicevano che dovevo dimenticarti, che i figli di puttana fanno sempre così: prima ti cercano e poi spariscono nel nulla. Mi ricordo la mia terapista che diceva che non era sano, che ero arrivata ad amare te più di me stessa, e non avevamo neanche mai fatto l'amore. Ci conoscevamo da 3 mesi, ed ero pazza di te.
Ti ricordi quando poi sei tornato? Io che avevo cercato così disperatamente di rifarmi una vita, che avevo trovato con cui addormentarmi. E tu che sei tornato sfondando tutto, ed io che non riuscivo a smettere di sorridere e accoglierti a braccia spalancate.
Ti ricordi il nostro primo bacio? C'erano anche tutti i tuoi amici, ed io volevo piacere a tutti loro. E stavamo sul letto e il bacio ci ha travolti, inaspettato e bellissimo. E contavi, e per ogni seme mi davi un bacio, ed io speravo non finissero mai. Ed i miei timidi approcci, le prime carezze, le prime volte che mettevo la testa sulla tua spalla e sentivo il tuo odore e pensavo 'lui è l'odore della mia vita'.
Ti ricordi San Valentino insieme? Facemmo l'amore, e fu la cosa più bella che io avessi mai fatto. Ricordo che sussurravo 'ancora' e poi invece mi sono addormentata sul tuo petto.
Ti ricordi la nostra prima litigata? Tu cercavi di rimediare, ma io ero così ferita. Da quella sera credo che io abbia iniziato ad allontanarmi, e tu l'hai sentito. E siamo andati al letto e non ci siamo neanche dati la buonanotte, ed ho pianto tantissimo, e avrei tanto voluto correre da te e dirti 'ti perdono, ti amo, non voglio perderti.' mentre sono solo riuscita ad affogare nel mio orgoglio.

vedi, ci sono un miliardo di ricordi che ho di te. credo che non finirei mai, e mi verrebbe da piangere ancora di più. Se c'è una cosa che non scorderò mai, è questa valigia di ricordi che ho insieme a te. Alcuni fanno schifo, altri sono belli da togliermi il fiato.
E me li porto appresso, quando ne vorrei fare altri. Vorrei poterti ancora chiamare il mio presente, o il mio futuro se preferisci.
Ma non avrei mai pensato di chiamarti il mio passato.

domenica 4 marzo 2012

Punto

Chissà che cazzo è l'amore. Ogni persona con cui sono stata mi ha detto che non lo conosco, che non so cosa vuol dire "amare".
Fatemici fare un appuntamento al buio allora, no?
Fatemelo incontrare cavolo! Ne parlate tanto.