Ecco, vedi, il problema principale è che continuo a chiedermi cosa ti passasse per la testa in quei momenti. Cosa ti passasse per la testa quando prendevo i tuoi capelli e ci facevo i nodi, quando provavo ad incastrarci dentro tutto il mio amore. Mi chiedo cosa ti passasse per la testa. Ti prendevo i capelli e tu infastidito mi spostavi le mani, come se qualcuno prima di me li avesse toccati in quel modo (qualcuno che non vorresti ricordare, non so), e allora mi guardavi e poi mi prendevi le mani e ci giocavi. Giocavi con le mie mani, con le mie guance, con i miei capelli ma a me di giocare con te non era permesso. Io amavo davvero, non potevo giocare, tu invece di amare non te ne preoccupavi neanche. E mi chiedo se il tuo non fosse solo un voler giocare. Volevi solo divertirti, giusto? Anche tu, come gli altri, volevi solo qualcuno con cui passare un po' di tempo fino a quando non fosse tornato/arrivato quel qualcuno giusto per te, anche tu volevi solo evitare la solitudine.
Ma allora spiegamele le tue parole dolci, spiegami quelle nottate insonni passate a guardarmi, spiegamele. E non dirmi ch'era solo amicizia, perché un amico non passa più giornate mano nella mano con te, non decide di punto in bianco di portarti a Firenze, non ti guarda in quel modo e non cucina torte per te, non si presenta a casa tua con un anello chiedendoti di sposarlo, le labbra di un amico non si avvicinano mai così tanto e i suoi occhi si chiudono pensando ad altre, non a te. Quindi, dato che a suo tempo non hai voluto dirmi "cosa siamo", e di certo non eravamo amici, dimmi cosa siamo stati e io mi farò una ragione di tutto ma lo devo sapere, lo devo capire, ero tua? potevo diventarlo? non lo ero affatto? o lo ero solo tentativamente?
(E, comunque, avresti potuto dirmelo subito, io ti amavo così tanto che avrei potuto fingere di amarti per gioco)
non so nemmeno come dirti quanto profondamente mi abbiano toccato le tue parole... ti abbraccio
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