domenica 29 aprile 2012

1825

365x 5 fa 1825...
Oggi sarebbero stati 5 anni insieme...peccato che noi abbiamo deciso di fermarci 6 mesi prima...
Dovrei fregarmene, dovrei far finta di niente...da insensibile,non romantico come sono...o almeno lo ero ai tuoi occhi...non ci sono riuscito.
Dovrei odiarti anche oggi, ne ho tutti i motivi e ne ho tutte le ragioni per farlo, te l'ho scritto negli ultimi sms al vetriolo che ci siamo scambiati pochi giorni fa...dal miele al vetriolo...
Non posso fare a meno di domandarmi chissà a cosa avrai pensato oggi...e se CI avrai pensato...forse magari anche no...
Invece come vedi Io ci ho pensato, e ti dedico queste parole che tu non potrai mai leggere o semmai il caso lo volesse che tu lo facessi non saprai mai che te le ho scritte io...
Guardo l'orologio, e in questo momento segna le 21.44PM, a quest'ora le nostre mani si erano già sfiorate e la sensazione di due strumenti che si accordano aveva già attraversato i nostri corpi, e dopo è stato tutto un crescendo...
Beh! che dire è andata così...abbiamo fatto di tutto e voluto che andasse così...ti dedico questo ultimo mio scritto, è il momento di voltare pagina...BUON ANNIVERSARIO AMORE MIO!

Manara23

Le cose che

Le cose che non ti ho detto.
Quali sono le cose che non ti ho detto?

A volte non riesco a ricordarmi più cosa ti ho detto davvero, e cosa ho solo immaginato di dirti.
Dieci, cento, mille volte. Nella mia testa.

Una volta mi ricordo di averti detto che mi sembrava di avere davanti sempre una persona diversa.
Un piccolo dettaglio che cambiava, sistematicamente, di volta in volta, il protagonista della storia.

La prima volta che mi hai sconvolta è quando siamo stati a pranzo insieme. Mi ero fatta un'idea di te. Precisa. Dopo un paio d'anni che ti osservavo. E davanti a me, quel pomeriggio, c'era un'altra persona. Ti avevo sempre visto con la barba. Non ti avrei neanche immaginato mai senza. E invece, davanti a me, un uomo senza barba, che mi parlava della sua vita. E sconvolgeva l'idea che mi ero fatta di lui. Viaggi, esperienze di vita, racconti, storie. Credevo addirittura che non mi piacessi più. Solo perché non eri quello che, da anni, immaginavo tu fossi.
Incredibile.

La seconda volta che mi hai sconvolta è stata in quella stanza. Ricordo ancora le ore passate, le mattinate precedenti, a cercare di capire cosa mai ci facessi io, lì. Non mi piacevi più. Ero sicura. Non eri più l'uomo con la barba.
Non avevo mai avuto un contatto fisico con te, o almeno, niente di cui mi ricordassi. E quindi come se non ci fosse mai stato, un contatto.
Ero seduta sull'angolo di quel letto basso, ricordo ancora il colore delle lenzuola, e osservavo la lampada davanti ai miei occhi in attesa di un'illuminazione. Volevo capire cosa mi portava sempre lì. In quella stanza, con te.
Avevo imparato a conoscere altre cose, nascoste, di te. Come il gioiello che custodivi, serrato, tra quelle labbra. E che non mi sarei mai aspettata di provare.
Ti sei avvicinato. E mi hai dato un bacio. Ma non un bacio. Un bacio.. fatto di pelle. Di odore. Elettrico. Non avevo la benché minima intenzione di baciare qualcuno che non mi piacesse. E infatti, di lì a poco. ho capito che ero pazza di te.

La terza volta che mi hai sconvolta è stata quando ho capito che animale eri.
Un altro piccolo dettaglio, che si aggiungeva al puzzle. Inchiostro sulla tua pelle che parlava di.. Forse è troppo personale per scriverlo qui. Ma parlava.
Poi, un movimento, imprevisto o calcolato.. che lasciava intendere..
Ricordo ancora quel lembo di pelle scoperta. Stavo per impazzire. Impazzire per 3 cm quadrati di pelle. Di ossa. Di carne.

La quarta volta che mi hai sconvolta è stato quando ti ho visto, per la prima volta, senza maschera. Non avrei mai immaginato il taglio dei tuoi occhi. Non ci avevo nemmeno mai pensato, non aveva mai destato il mio interesse. Era un susseguirsi di scoperte, sconvolgenti, di dettagli che mi destabilizzavano.
L'hai riposta su quel ripiano basso, tra il mio cuore e la mia curiosità. E mi hai detto -potrei anche farlo senza la tua completa volontà, ma voglio che ci arriviamo insieme-
Da quel momento in poi non ricordo più molto.
Ero abituata ad altre cose. Meno fisiche. Oramai da anni. Come una leonessa in gabbia. Che cammina su e giù, puntando gli occhi fissi alla serratura, in attesa che qualcuno spalanchi la porta.
E quel qualcuno sei stato tu.

La chiamano "serendipità".
Quando si scopre qualcosa di non cercato e imprevisto mentre si sta cercando altro.
Di certo non cercavo te.
Di certo non immaginavo che..

Sai qual è, forse, una cosa che non ti ho detto?
Che mi hai cambiata. Travolta. Completamente.
Come se da anni avessi vissuto in una bolla. E tu sei arrivato lì e l'hai scoppiata.

Per ringraziarti, lo porterò sempre tatuato sulla mia pelle.

Firmato,
13

mercoledì 25 aprile 2012

L'ultima volta che ci siamo sentiti era il 19 aprile.

''Non so scegliere il colore di una maglietta.
Non so scegliere il gusto di un gelato.
Non so scegliere la canzone giusta.
Ma su di te, lo giuro, non ho mai avuto difficoltà. E non importa come sia andata a finire, se tornassi indietro ti sceglierei ancora.
Per sempre.''


Filetto.

lunedì 23 aprile 2012

Allora

Allora no, no, no. Stai andando alla grande: teatro ottimo, strumento va bene, scuola stai migliorando a vista d'occhio; NO!NO!NO!NO!NO! Non puoi continuare a stare male per un coglione, cazzo. Inutile che perdi preziose ore di studio per uno che si scopa te e altre 50. Basta, tientelo e fine. Cosa vuoi che sia? Fanculo. Basta. Stop. Non sei uno straccio, non sei uno zerbino. Sei una persona e ora la scuola è l'unica cosa importante. FINISCILA CRETINA.  Non ti riprenderà, non sarai sua PORCA M*****A. Lascia fare, non fa per te. Trovati un cazzo di ragazzo che mi fai pena, sono due anni che va avanti questa storia del cazzo: Ti prende, ti molla, ti prende, ti molla, ti scopa allegramente, se ne scopa altre 80 e poi di nuovo. Ancora. Ancora e ancora. Mi fai pena, mi fai pena da sempre. Mi faccio pena

domenica 22 aprile 2012

Perché io ti amo, ma fa troppo male.

Rimango immobile davanti allo schermo luminoso del computer chiedendomi se sia
la cosa giusta da fare. Dire tutte le parole che non ti ho detto, ogni singolo
pensiero, frase, suono. Ogni cosa insomma.così le raccolgo e le scrivo
immaginando di inviartele veramente anche se so già che non lo farò.
D'altronde a cosa servirebbe? Così iniziamo da qua, da tutto quello che nel
tempo avrei voluto comunicarti e che invece ho tenuto per me, come un segreto
da custodire e coccolare in attesa del momento giusto per essere svelato,ma sai
cosa? Quel fottutissimo momento non arriva mai.
Le parole così diventano una parte di noi, ripetute miliardi di volte in un
discorso perfetto, ben articolato e con termini cercati e scelti tra mille
altri. Così ripenso a noi, al tuo sorriso in particolare, e mi dico che sbaglio
a cercare ancora i tuoi occhi quando sento qualche cosa che mi ricorda noi.
Vedi, non è il fatto che non ci sei più o che hai un altra persona a cui
accarezzare i capelli e guardare come se fosse la cosa più bella ti sia
capitata, il fatto è che tu guardi ancora me così, con quegli occhi, solo che
per noi oramai non è possibile stare insieme, abbiamo buttato via l'occasione
di essere felici, forse per paura, forse per l'età o forse per il fatto che la
rabbia che ho dentro mi rende diffidente. Così ci feriamo a sangue e poi ci
lecchiamo le ferite a vicenda. Viviamo in un modo sbagliato, non possiamo stare
insieme ma non riusciamo a separarci, non riusciamo a essere completamenti
autonomi l'uno dall'altra.
Perchè io ti amo.
E tu mi ami.
Smettila , Ti prego smettila. Non cercarmi, non chiamarmi, non guardarmi con
quello sguardo. Lasciami guarire, lascia che il mio cuore guarisca, che i
graffi su di esso scompaiano e le ferite si cicatrizzino. Lascia che
qualcun'altro possa essere la mia pomata lenitiva e la persona che voglio avere
accanto ogni volta che cado.
Non odiarmi, ma come tu stai cercando di mandar avanti la tua vita, io tento
di fare lo stesso. Arriverà , forse, anche il nostro momento.

Buonanotte Amore, Queste non sono tutte le parole che non ti ho detto, alcune
vivono troppo nel profondo per essere scritte.

M.

sabato 21 aprile 2012

Ti odio e ti amo

Sono passati 5 anni da che non ci sei più, non te ne sei solo andato, hai osato abbandonarci.
Sei stato il primo ed in un certo senso anche l'ultimo...certe volte è talmente difficile e doloroso che devo far finta che tu non sia mai esistito, ma così facendo vorrebbe dire non aver mai amato.
Ne vale la pena? Vale la pena far finta che tu non sia mai accaduto solo per non ricordare come è finita?
Ti amerò sempre perché sei stato il primo, mi hai insegnato cos'è l'amore, ma come sei riuscito a deludermi proprio tu ancora non lo capisco.
Ti odierò fino alla fine dei miei giorni perché anche solo ricordando cosa sei stato, il passaggio successivo è ricordare che sei morto e io non posso confrontarmi con te, tu non puoi darmi spiegazioni. Non puoi darmi spiegazioni a proposito della NOSTRA frase che mi son trovata stampata sulla corona di fiori da "colei con cui non potrò mai stare perché è troppo simile a me". Sei uno stronzo.
Ma mi sono sempre chiesta: sono una brutta persona se penso ciò di te? Tu non ti puoi difendere...
Ti odierò e ti amerò sempre: mi hai dato tutto e, riprendendoti tutto, ti sei portato via anche me.

mercoledì 18 aprile 2012

Amore un cazzo

Parli. Parli d'amore.
Ne parli continuamente.

Poi, ogni volta, la domenica mi metti su un treno, inventando scuse per non farmi rimanere fino a lunedì.

Puerile

Mi chiede cosa realmente ci sia in te che mi attragga, ma, nel profondo, lei lo sa.
A 25 anni non prendi questo tipo di sbandate. Non per un paio di occhi neri.
L'ultima volta che ti ho visto ti ho guardato le mani, lì ho capito che saresti stato nei miei pensieri per parecchie mattine.
Oggi il capo mi ha detto che mi vede distratta.Curioso non trovi?
A renderci amici il motivo sbagliato. A volerti una sorte perversa.
Io ti ho parlato, tu lo sai. Neanche una volta ho accennato ad 'amore', non volevo buttarlo su un tavolino di un bar di San Lorenzo, dopo la tua seconda birra, ma lui era lì, che mi guardava.
Poi 'Verità' si è messa in mezzo e mi ha detto: "capisci che di fronte lui vorrebbe un'altra ragazza?" ; ed io ho annuito.

Capisci quanto io sia inappropriata, Facebook, internet.. io ho comprato 2 libri alle 6 in punto nella libreria di Termini per fare una casuale telefonata. Sono certa che tu a quel povero gabbiano Jonathan non gli hai fatto fare neanche mezzo giro.

Ostinatamente il pensiero : avrei voluto fare l'amore con te.

Ma al cuor non si comanda, giusto?

Giusto.


L.

martedì 17 aprile 2012

Te lo vorrei dire sai?

Te lo vorrei dire sai?
Vorrei dirtelo che per me non è più solo sesso, che ti penso in continuazione, che ti sogno ogni notte...
Vorrei dirtelo che che fisso il cellulare per ore in attesa di una tua telefonata, che conto i giorni che ci separano dal rivederci, che piango di nascosto perchè non mi concedi più di un'ora a settimana e poi sparisci per giorni...
E vorrei dirti anche che sono stanca di baci rubati, di segretezza, di parcheggi deserti e dei tuoi stupidi "possiamo vedere altre persone".
Perchè io no, io vorrei solo te ormai, e con te adesso vorrei farci l'amore...
E invece non ti dirò niente, perchè tu queste cose infondo già le sai, e io non posso perdere in questo gioco al massacro.

domenica 15 aprile 2012

Dopo nove anni

Dopo nove anni, sono arrivata alla conclusione che i miei problemi sono cominciati da quella notte in cui tu - per gioco, dicevi - mi hai baciato e mi hai toccato. Eri una mia vecchia cotta (io avevo sedici e tu diciotto anni) e scoprimmo, quella sera, che io non ti dispiacevo, anzi. Non so come, si finì a parlare delle prime volte e io ammisi di non aver ancora mai baciato nessuno. Tu risi e per gioco, sempre per gioco, mi dissi "Dai, adesso ci penso io". Io mi negai. Non volevo. Ma allo stesso tempo, una vocina insistente mi diceva che, in fondo non c'era niente di male. Ma io non volevo, è questo il punto. Nonostante ciò, mi convinsi, o comunque, io mi stancai di negarmi. Non volevo apparire davanti ai tuoi occhi come una suora, o qualcosa del genere. Quindi, mi lasciai baciare e toccare, insistevi sui seni e sul sedere, io cercavo di scostare le sue mani, ma non desistevi. “E' così che si fa quando si pomicia con qualcuno”. Dopo un po', cercai di rilassarmi anche io, ma invano. Ero tesa, tesa come una corda di violino. Non so quanto durò il tutto, ma dopo un po' ti stancai e ci sedemmo sul divano come se non fosse successo niente. Quella sera tornata a casa, non riuscii a dormire. Mi contorcevo nel letto, avevo i crampi allo stomaco. La mattina dopo vomitai l'anima. E anche il giorno dopo. Dopo quell'episodio, ho vomitato tutte le volte che percepivo un interesse da parte di un ragazzo, senza mai farmene accorgere da nessuno. Questo sintomo mi ha fatto capire che io, in realtà, non volevo stare tra le tue braccia quella sera. Non volevo sentire le tue mani sui miei seni e sui miei fianchi. Non volevo sentire la tua lingua dentro la mia bocca. Non lo volevo, ma non sono riuscita a fartelo capire e soprattutto non sono riuscita a capirlo subito, in quel momento, io stessa. Hai abusato di me. Questo e quanto. Ho chiesto aiuto, sto guarendo, ho conosciuto qualcuno che ha saputo riconoscere i miei segnali e che non mi ha forzato mai una volta a fare niente, ma ogni tanto ci ripenso al mio primo bacio. E penso a te, che in quel momento non ti stavi rendendo neanche conto di quel che stavi facendo. E non so se provare pietà o rabbia per te, o cosa.

giovedì 12 aprile 2012

Ieri ti ho incontrato per l'ennesima volta

Ieri ti ho incontrato per l'ennesima volta. Questo paese è troppo piccolo per tutti e due. Continuo a incontrare te, i tuoi amici, tua sorella, tua madre, vedo la tua Seicento arancione parcheggiata ad ogni angolo e no, non sono semplici allucinazioni. Sembra che debba finire ad incontrarti sempre, anche e soprattutto quando esco con le mie amiche per qualche locale del centro storico. Dovrei cominciare a considerare quella zona off limits, perché è normale che ti incontro. Tu lì ci vivi. Cazzo, dormiresti con il sacco a pelo in quella piazza, con i tuoi amici, con le tue sigarette. Il fatto è che ormai c'ho l'ansia ogni volta che esco fuori casa al pensiero che ti incontri di nuovo. Ho l'ansia perché se ti incontro mettiamo in scena il solito teatrino, tutti e due. Tu ti avvicini, mi saluti con il tuo solito sorriso, magari mi dai anche due baci sulla guancia e mi chiedi come stai. Io, nel frattempo, mi sento morire dentro, in quel momento avrei soltanto voglia di scappare, di piangere, di voltarmi dall'altra parte e invece mi perdo dentro i tuoi occhi e il tuo sorriso, perché non sono mica cambiati in quattro mesi che non ci frequentiamo più. Io mi sforzo di esser normale, sorrido anch'io, ti dico che va tutto bene, comincio a parlare dell'università, balbetto, dico “Ci vediamo”, ma mento. In realtà, vorrei che non sbucassi ogni volta dal nulla come per ricordarmi che tu ci sei ancora. Non ti voglio pensare, non voglio. E il continuare a vederti, seppur di sfuggita e per pochi minuti non mi aiuta. Perché poi continuerò a pensare a te per tutto il pomeriggio e per tutta la serata e riprenderò a pensare a noi due, a quello che mi dicevi, a come riuscivi a farmi tremare tutta e io ridevo d'imbarazzo perché non ero mica abituata a questi tipi di tremori e quasi mi sorprendevo di esser capace di provarli anch'io. La spontaneità dei gesti. Mi hai insegnato che in amore c'è spontaneità dei gesti, non c'è calcolo, non c'è costruzione. Io, con te, mi sono sentita libera di esser me stessa, di far cadere ogni singolo muro che innalzavo da sempre nei miei rapporti con i ragazzi, tanto da non permettere a nessuno, nessuno di avvicinarsi più di tanto. Mi sono mostrata debole, indifesa, fragile. Troppo fragile, anche per te, forse. Mi hai detto che avevi paura di farmi soffrire, che sei bloccato sentimentalmente, che sono una persona bella, innocente, fragile. E che ero meglio finirla qui, prima che le cose si complicassero. Ma il problema è che per me le cose si erano già complicate da un bel pezzo. Da quando mi hai preso per mano la prima volta, in quel parcheggio e tutte le mie paure, le mie ansie sono come scomparse. Da quando mi hai baciato per la prima volta e quando ho riaperto gli occhi, non riuscivo a smettere di ridere. E tu che mi guardavi un po' confuso, come a dire “Ti faccio ridere io?!” e non riuscivo a smettere di fissare i tuoi occhi che sorridevano e mi guardavano come estasiato, come se non avessi visto mai niente di più bello in vita tua – e diciamolo, non sono certo Miss Italia – e la tua barba. Cristo, la tua barba. Ti preoccupava il fatto che dopo tutta una serata passata a baciarci, il mio viso si fosse un tantino arrossato, stando troppo a contatto con la tua barba ruvida. Ma io ti avrei detto “Continua, fai pure. Con quella barba puoi arrivare dove vuoi”. E poi abbiamo fatto l'amore e per me era la prima volta e l'unica cosa che volevo in quel momento era darti piacere, perché percepivo la tua voglia, la tua bramosia. In quel momento mi volevi, mi cercavi, mi esploravi e io, timidamente, cercavo di fare altrettanto anche se non credo di esserci riuscita come avrei voluto. Non mi hai mai messo pressioni in quel senso, anzi, devo dire che sono stata io che forse, ti ha spinto a voler insistere e andare avanti e questo perché io volevo avere la mia prima volta con te. Te l'ho detto proprio chiaramente. A ripensarci, mi sotterrerei la fossa da sola, ma già tra le tue braccia, nudi, su quel divano, già sentivo che mi stavi sfuggendo, che mi stavi lasciando e io avrei fatto di tutto pur di tenerti ancora più vicino, ancora più ancorato a me. E invece, forse, donandomi il mio corpo non ho fatto altro che chiarirti i dubbi, tanto che il giorno dopo non mi hai quasi rivolto la parola, tranne che le quattro cazzate di rito. Eri lontano, eri distante. Stavi già pensando che era meglio finirla lì. L'ho capito, sai. In fondo per te era soltanto astinenza. Niente di più. Per me era amore. É amore. Credo. O altrimenti non so cos'è. Ho ventiquattro anni e non cos'è l'amore. Ma grazie a te ho potuto almeno intravederlo. E adesso sto male. E mi manchi e ti scrivo queste parole, ma in realtà sto scrivendo a me stessa perché so che non avrò mai il coraggio di chiederti di ripensarci, di tornare, di riprovarci. Tu sarai già andato avanti a questo punto.

domenica 8 aprile 2012

Sfoghi di una domenica pasquale.

Non che io pensi che gli sfoghi firmati con pseudonimi e letti su internet da sconosciuti siano di una qualche utilità, ma quando una sente l'esigenza di scrivere e parlare in continuazione del momento di merda che sta passando, perchè vede che le sta sfuggendo la sua vita di mano, magari si può fare qualche eccezione.
I punti sono pochi, ma particolarmente diretti.
Avere quasi un quarto di secolo e sentirsi a metà tra una dirompente voglia di vita, di novità, di svolte e di cose da fare e il baratro della stabilità che a un certo punto inevitabilmente compare quando la metà delle persone intorno a te comincia sistemarsi coi propri partner, e si vive la sua vita in modo più o meno tranquillo. E tu non capisci come mai l'unica che non lo fa sei tu. C'è una vocina insistente che ti suggerisce che il problema sei tu, e nessun altro. Tu che non ti accontenti della monotonia, che in amore non riesci più a "buttarti e vedere come va", perchè l'hai sempre fatto con tanta speranza e l'hai sempre, inevitabilmente, presa in quel posto pur comportandoti bene.
Avere in testa una persona che ti ha destabilizzato talmente tanto da non capire più se era quello l'amore della tua vita o solo una tua convinzione per non stare più da sola in questo periodaccio.
Galleggiare in stato semi-comatoso senza più la voglia, l'entusiasmo o la curiosità che avevi una volta, e riscoprirti forte poi a parole, con gli altri. Solo a parole, non sia mai che tu reagisca davvero, poi. "Smettila di essere così passiva in tutto quello che fai", ti dice una sorella più piccola che però al momento ha il doppio del tuo cervello. E del tuo coraggio, a quanto pare.
Non so se il problema è non credere più nell'imprevedibilità della vita, o non voler affrontare l'età adulta, o se è solo una questione di paure e di "fasi storte" che prima o poi, si spera, finiscano.
So solo che alterno alti e bassi, mi piango addosso in un modo in cui neanche io vorrei, e non mi sono mai sentita così giù di morale, demotivata e insofferente. Ho perso un sacco di persone importanti per cui evidentemente non lo ero altrettanto, e sono davvero stufa di dovermi rassegnare alla superficialità e alla mancanza di stimoli che ciò che ho intorno mi ripropone a circolo vizioso.
Tutti. I santi. Giorni.

F.

Ho diritto.

-Dimmelo stai con un’altra si o no?ne ho diritto
- Ne hai diritto perché?
Bene amore ora te lo spiego cos’ho diritto.
Ho diritto ancora a chiamarti.
Ho diritto ancora a svegliarti le tre del pomeriggio con un “buongiorno imbecille”.
Ho diritto ancora a farti ingelosire e ad andare in discoteca senza il tuo consenso.
Ho diritto ancora a considerarmi bellissima quando mi prendi la mano.
Ho diritto ancora a sapere cosa mangi, quante volte vai in bagno e quante al giorno riesci a sopportarmi.
Ho diritto a fare l’amore solo col tuo corpo, a rimanerti dentro e a non voler andar più via.
Ho diritto a sapere cosa ti ho fatto per meritare un tuo simile disprezzo.
Dillo,urlalo,scrivilo se è necessario,ma ti prego mio ex amore non molto ex dimmi che è solo una ripicca e che quell’altra sono io.

Pasqua

E' da ieri che mi sfuggi.
Da ieri che il filo si è interrotto, che la tua vita ti ha portato lontano da me.

E lo sai che mi è già successo, perché te l'ho raccontato.

E, cazzo, lo fai lo stesso.
A volte ti odio, e ti strapperei la pelle graffiandoti.

L.

sabato 7 aprile 2012

Credo proprio di odiarti

Credo di essere giunta ad una conclusione che mi dispiace quasi ammettere: ti odio.
Tu non parli con me, ascolti solo. E anche questo devo dire che lo fai molto male. Se io desidero qualcosa di importante e provo a proportelo, tu mi rispondi semplicemente no. No al motorino, no al poter andare a quella scuola a circa 30 km da casa (nonostante possa prendere il treno), Facebook e un altro mucchio di cose. Così non ti dico neanche quali sono i miei veri desideri. Vorrei fare la grafica e c'è quell'altra scuola che potrei frequentare, anche perchè ho il rendimento molto piì alto di ciò che è richiesto e probabilmente ho tutte le carte in regola. Ma no, tu la definisci "una fabbrica di futuri disoccupatii" cosî non te l'ho neanche fatto sapere. Sai che vorrei fare l'università, ma più di farmacia mi piacerebbe storia dell'arte. Ma sarebbe uno spreco di soldi e tempo per te, lo so già.
Dicono che il rapporto padre-figlia sia speciale e ancora di più se si è figlie uniche come me, ma più cresco più penso che tra noi non ci sia niente di simile. E quella battuta "sono il papà più bello e/o bravo del mondo". Non è vero niente. Da bambina eri il mio mito e giocavi con me e passavo più tempo con te che con mamma. Ma con quel cazzo di lavoro a 400 km da qui ho iniziato a pensare che forse era una mia illusione avere un papà fantastico. Tu non ci sei stato quando davvero avevo bisogno di te, solo nei week-end che passavi a dormire. Nel periodo in cui tutti i bambini invitano spesso gli amici a casa io non lo potevo fare, perchè tu non c'eri e mamma doveva lavorare. Stavo coi nonni e così, ur essendo cresciuta, non invito mai nessuno a casa, perchè non saprei nemmeno come fare. Oppure vogliamo parlare di quel cazzo di piercing all'orecchio? Mamma mi aveva risposto di chiederlo a te e tu avevi risposto "fai quel che cazzo ti pare, basta che non mi rompi le balle". Ci sono rimasta male, malissimo. Ma ne ho approfittato, perchè in fondo non sono scema. E stavo svenendo dopo averlo fatto e mamma si è spaventata. Mamma, non tu quando l'hai saputo. Non hai detto niente e non credo che tu sappia nemmeno del fatto che ho vomitato nel cestino di camera mia quando ho cercato di cambiare il piercing.
Tu non mi scrivi neanche quando non ci sei, mi mandi link di cose che credi mi interesserebbero ma che alla fine seleziono come "già letto" e basta. Cerco continuamente di fare cose in cui ti posso coinvolgere anchew se alla fine il mio interesse è scarso, se non esistente.
Mi sento una bambina con le tue manie di protezione quando faccio qualsiasi cosa che vorrei urlarti in faccia. Tu con tutte quelle aspettative che ho sempre paura di fare un passo falso e deluderti. Perchè mamma ci rimarrebbe male, ma nient'altro, mentre tu potresti chiuderti ancora di più e farmelo pesare.
Mamma è ciò che si potrebbe definire un genitore, nonostante le litigate (ormai quasi sparite) e i pasticci, perchè se ho un problema e ho bisogno di un consiglio vado da lei, non da te che non comunichi con me e mi rispondi sempre "non lo so, vedi tu". Ok fare le proprie esperienze, ma neanche un misero consiglio mi puoi dare? Hai il cervello così fottutto che non hai neanche uno straccio di opinione personale?

Colei che dovrebbe essere tua figlia

Quel che non ti dirò mai.

Scriverti è difficile, e farlo davvero non ne avrei il coraggio. Ti scriverò
qua, dove spero che non leggerai mai. Ti penso spesso, sai? Una volta mi hai
detto che sono la persona più importante che hai incontrato nel 2010; io non lo
so se sei una persona importante, per me. So solo che hai sconvolto alcuni dei
miei equilibri e che sei in tante cose, forse addirittura dentro al mio cuore,
nel sangue. A volte non capisco se sei dentro o fuori, non riesco a capire dove
inizi tu e dove finisco io.
Che gioco pericoloso abbiamo iniziato!
Non ci siamo mai guardati negli occhi, non ho mai sentito la tua voce, non so
che aspetto abbia, tu! Ma ti ho sentito attraverso le tue parole, ti ho sentito
come si sente la tristezza o la gioia. A volte mi sembrava di poter comunicare
con te solo col pensiero, avvertivo come filo invisibile che attraversa la
terra e il mare, un cordone che univa le nostre menti, un inconscio condiviso.
Questo stesso cordone ora mi fa capire irrimediabilmente quanto mi disprezzi,
sento le urla del tuo silenzio e del mio.
Ci ho provato anch'io a disprezzarti.
Ho letto e riletto quel che pensavi davvero di me, e che io non volevo vedere.
Mi vedi come una che seduce gli uomini per farli soffrire, una che talvolta ti
ha imbarazzato per la sua mancanza di dignità, tutte cose che non mi hai mai
detto chiaramente, ma che hai scritto dove sapevi che avrei letto.
Sapevi come ferirmi, come quando bloccai il tuo indirizzo e mi scrivesti che
ero la persona più schifosa del mondo, dove sapevi che, sempre, avrei letto.
Allora anch'io ho cominciato a fregarmene, a dimenticarmi che anche tu avresti
letto, a ricominciare a vivere senza farmi condizionare dal tuo ricordo, come
se non esistessi. Ho pensato che lo dovevo a me stessa, che non dovevo far
vincere la tua prepotenza.
Ma, alla fine, non so più niente.
Forse la verità è che siamo due stronzi; io ti ho cucito addosso un'immagine,
e pretendevo che restassi fermo là, nel posto in cui volevo che restassi, per
adorarti.
Tu vedevi in me una ragazza del passato che t'aveva distrutto con la sua
stupidità, e ti sei convinto che io avrei potuto essere una affidabile con la
quale costruire qualcosa, una con la testa a posto.
Ognuno aveva fatto i suoi calcoletti, solo con l'immaginazione però. Perchè
poi la realtà entra prepotente e pretende il suo tributo. E nel nostro
rapporto, di reale, c'era ben poco.
Ti ho adorato dalla prima mail che mi avevi scritto, qua posso dirtelo!
Cercavo di nascondere questa follia, ma forse inconsciamente volevo che anche
tu provassi lo stesso per me. E con i miei comportamenti ambigui ti ho confuso,
mi sono confusa, abbiamo creato un universo governato dal caos, che ci ha
travolto.
Sei stato come una droga per me, lo sai già, e dopo un po' non riuscivo più a
gestire niente. Ho cercato disperatamente di difendermi e tenermi un pezzetto
di spazio solo per me, uno spazio che non avresti potuto contaminare.
Ma a te non bastava, ero già nuda di fronte a te e ancora non bastava.
Qui posso dirti anche che quasi sono uscita fuori di testa con questa storia,
il dolore, lo studio e tutto il resto.
Ancora mi fa male, perchè ancora ti penso, e penso che tutto quel che è
successo sia unicamente colpa mia. Soffro nel vedere solo ora i miei
comportamenti, capire il senso di qualche frase che mi dicevi, non aver avuto
la prontezza di interrompere prima, per il nostro bene.
Tuttavia mi convinco che non devo prenderla così, ma niente mi leva dalla
mente che è solo colpa di come sono fatta, che prima o poi tutti si allontanano
da me per non tornare più. Mi consola solo pensare che io no, io non ti
disprezzo, che il mio bene è incondizionato e non ho bisogno di difendermi.
Ho sempre avuto l'istinto di proteggerti anche quando pensavo di odiarti, ho
sempre avuto la forza di proteggerti da me. La stessa forza che mi ha impedito
di insultarti e di chiederti spiegazioni, o inviarti i libri che vorrei farti
leggere, i film che vorrei farti vedere. Un grande bene che supera tutto. Sento
che mi vuoi bene anche tu, anche se si tratta di un bene macchiato dal rancore
e dalla rabbia.
Se dimentico tutto questo, penso a noi come due bimbi che si vogliono bene
senza tutte ste complicazioni. Immagino di essere una di quelle persone care
che sorridono nel vento e nel sole insieme a te, e sono felici di vivere, come
hai scritto quando ormai non ci scrivevamo già più.
Mi fa male sentirti così intensamente, ma forse mi fa anche bene se dimentico
il resto e penso solo alla purezza che abbiamo ancora, io e te.
Non devi essere la mia droga che mi fa andare avanti, e io non devo essere la
tua. Non saremmo liberi! Sarebbe finita malissimo se avessimo continuato, avevi
ragione.
Anch'io dovevo e devo proteggermi da te. Io continuerò a proteggerti non
cercandoti mai più.
Vivi e sii felice, perchè se lo farai lo sarò anch'io, poichè ti sento. Non
buttarti mai via, ti prego, sei troppo speciale e meraviglioso. Tu non mi hai
mai vista così, ma non m'importa minimamente, credimi.
Ci sto provando ad uscirne da quel che sai, e ho fatto grandi progressi.
Saresti orgoglioso di me, forse. E poi, hai visto come ho scritto bene? Ci ho
messo impegno sai!
Ti immagino libero da qualsiasi pensiero, in viaggio, mentre leggi un libro su
un treno, mentre sorridi ad una ragazza in un angolo lontano del mondo. Ti
immagino innamorato di una donna vera e mentre fate l'amore con tutta la
dolcezza e la passione che hai dentro. Ti immaginerò sempre così! Magari un
giorno mi capirai.
"Io so volare, se qualcuno imparerà, nella notte i suoi pensieri incontrerò,
con le ali vivrà dentro tutti i suoi sogni... Tu volerai, oh baby..."
Ricordalo. E io, guardo dove vado! Cuidate mucho. Non firmata

giovedì 5 aprile 2012

Mi hanno detto

Mi hanno detto che è scientificamente provato che una cotta dura al massimo 4 mesi.
Ebbene, è un anno che sono uscita fuori per te, quindi direi che posso considerarmi innamorata persa... E la cosa più frustrante è che io e te andiamo d'accordo, mi consideri un'amica!! Tutto quel tempo passato insieme al lavoro a dire cretinate. E poi quando ci siamo rivisti che tu con la tua Ilaria mi sembravi diverso. E avevo quasi gettato la spugna...Ma poi sembrava che fosse tornato quasi tutto come prima, con quelle chat lunghe e piene di battute. Dicevo di essermi una cotta per un mio compagno di classe, ma la verità è che non ho mai smesso di pensarti e a sperare. E chiedevo consigli a Daniele che ti conosce meglio di tutti, ma Daniele non sa dare consigli... E da un pochino di sei lasciato con lei e abbiamo ricominciato a chattare e ridere e ho anche il tuo numero (lo avevo già prima, ma non ho mai avuto il coraggio di scriverti...). Ma è che io sono terribilmente timida. Rido, scherzo e parlo ad alta voce, ma la verità è che faccio fatica a relazionarmi e soffro di insicurezza cronica. Ti ho mostrato un lato della mia fragilità in quelle frasi dette quasi a caso, ma hai capito che parlavo sul serio.
E ora cosa dovrei fare? Me lo dici?
Ti amo, e di questo non posso farci niente.
F.


P.S.: L'ho detto e l'ho anche scritto, io TI AMO ed è la prima volta che mi succede...

mercoledì 4 aprile 2012

Le peggiori paure.

Dato che leggi il mio Tumblr, leggi il mio Friendfeed, leggi il mio blog, non so dove nascondermi.

E allora mi nascondo qui.

E la mia peggiore paura è che io sia per te soltanto un'ottima scopata.
Che è una cosa bella.
Che è una cosa divertente.
Che, per le cose che ho capito, non è nemmeno una cosa così frequente, per te.

Ma a me non basta.

Ecco.

martedì 3 aprile 2012

lettere

Quattordici ore fa ti ho scritto “credo sia il caso che non ci sentiamo più” e già mi manchi da morire.


F.

bisogna che ce lo diciamo

Bisogna che ce lo diciamo dai.
Siamo ottimi amici, i migliori compagnoni del mondo.
Però a letto no, non funzioniamo, non mi fai, non mi intrighi, non mi. Non mi.
Ora sei la mia ragazza. Come ne usciamo?

La via conduce al disastro?

lunedì 2 aprile 2012

Solo una scopata.

Ti sto chiedendo solo una scopata. Ti sto chiedendo di passarmi a prendere, farmi dimenticare che ho già trovato l'uomo della mia vita e sbattermi fino all'alba. Voglio assaggiare di nuovo il sapore della tua bocca e stampare FINALMENTE la parola fine su noi due (come se fosse mai esistito un noi due).
Ma non ne hai le palle, vero? ti piace stuzzicare finchè siamo in chat e poi tirarti indietro all'ultimo momento? sai che c'è, Mr.Hotantebelleparole? VAFFANCULO.
Anzi, come direbbe Aldo Baglio, VU-A-EFFE-EFFE-ANCULOOOOOOOOOO!!

amori a cui credevo di aver messo la parola fine, che hanno alzato il culo e hanno deciso di agire <3

Ma io ho voglia di dirti tante cose, che mi emozioni, che mi piaci da fare schifo, che so che sono ridicola, che ti snifferei la pelle fino a farmi esplodere il cervello, che vorrei che tu mi stringessi la mano ogni tanto quando camminiamo, che sei bellobellobello in modo assurdo, che non riesco a farmi guardare da te, soprattutto nuda, che tiamoforse. Ma non te lo dico. E sto zitta.

LiL