mercoledì 29 febbraio 2012

sinusoide

Immagino il filo sensuale che ci collega impercettibilmente come una sinusoide che s'illumina a contatto di pelle.
Una sinusoide temporale e fisica, irregolare, sulla quale abbiamo ondeggiato incollati al ritmo in una montagna russa.

Mi piace vedere questo serpente capriccioso far di testa sua, diventare trasparente e sordo, scomparire per riapparire chissà dove in una giornata banale, affamato dopo il letargo. Con una muta primaverile, cangiante e diversa ogni volta.

Quando si taglia la testa ad un serpente, il suo corpo continua a muoversi per ore.
I nervi distillano ancora la vita che lo animava fino a spegnersi con spasmi lenti. Balla la sua morte.

Sento ancora gli scossoni di quel serpente in un piacere acuto, ma la sinusoide che descrive non muore.

Uccidilo. Uccidimi.

Spora

lunedì 27 febbraio 2012

le cose che non ti dico, ma che ti dico

SPLEEN TI PREGO RITORNA SU TUMBLR.
NONMENEFREGAUNCAZZO MI MANCHI, ANZI, MANCHI A TUMBLR TUTTA!

I miracoli sono per gente innamorata.

Anche se non ti cerco, ti (ri)trovo. Ti ritrovo nei gesti più semplici, nei gesti quotidiani, quelli che prima neanche t'accorgevi di farli ed ora invece ti fanno capire quanto lui è sempre stato presente nella tua vita, presente in te stessa, presente nel mondo.
Ti ritrovo nelle frasi inglesi, nell'inglese, perché a te è sempre piaciuto da matti. Ti ritrovo quando qualcuno menziona Harry Potter. Ti ritrovo quando in tv qualcuno fa dichiarazioni d'amore, ti ritrovo nella pubblicità, ti ritrovo nella sigla iniziale della 20th Fox.
Ti ritrovo in ogni singolo indumento che hai guardato, sfiorato, strappato di dosso. Ti ritrovo nel profumo che mi sono messa al nostro primo appuntamento. Ti ritrovo quando giro per Roma, ti ritrovo quando non me l'aspetto, ti ritrovo a San Pietro, ti ritrovo quando scrivo e finisce che parlo sempre solo di te.
Ti ritrovo quando ho una giornata di merda e mi viene voglia di andare a casa tua e non parlare, far l'amore e tu che non mi tieni finché non finisco di piangere. Ti ritrovo quando qualcuno fa una smorfia, ti ritrovo quando prendo un treno perché l'unico posto in cui vorrei andare sei tu.
Ti ritrovo quando la mattina mi sveglio e penso che sia stato tutto solo un sogno. Ti ritrovo in tutti i miei gruppi preferiti, perché sono anche i tuoi.

Credo che potrei andare avanti per giorni. Non so come fai, ma io ti ritrovo in tutto.
Nelle manifestazioni, nelle canne, nella politica. Nella musica, nello skateboard e nei piercing. Ti ritrovo in una parola dolce, ti ritrovo nel dolore. Parlare con me è diventato faticoso perché qualunque cosa mi dicano, gli occhi mi si riempiono di lacrime.

Se potessi far accadere un miracolo, probabilmente chiederei solo un altro giorno insieme a te. Un giorno insieme a te a non fare nulla, perdersi tra i scaffali dei libri, parlare a piazza Risorgimento, tenerti la mano, il sole che ci riscalda i capelli e le spalle, poterti guardare negli occhi e sapere 'tu, io, ora, qui. nient altro conta'. Vorrei solo un altro giorno per sentirti ridere, sentirti fare tutte le battute che vorrai fare, ascoltare tutto quel che vorresti dirmi, chiederti di te, chiedere così tanto da essere piena di te quando me n'andrei. Ti direi tutto quel che vorrei dirti, riderei tantissimo insieme a te, non penserei al futuro, sarei consapevole d'aver solo ancora un giorno insieme a te e sarei felice, non lascerò niente farmi triste. Andrei in tutti quei posti in cui volevamo andare, ti direi che sei bellissimo e che sei, che eri la cosa più bella che mai poteva accadermi. Ti farei capire che qui, proprio qui, c'è una persona che ama anche tutti i tuoi difetti, che è pronta ad ascoltarti sempre, che è pronta a prenderti la mano e lottare insieme a te contro tutto, pronta a proteggerti da te stesso e pronta ad..esserci.
Il problema era che quando era il nostro ultimo giorno, io non lo sapevo. Ero sciocca, pensavo che ne avremmo avuti altri, insieme. Ti ho amato un passo alla volta, non ho lasciato che i sentimenti mi guidassero. Avevo paura, ti ho amato come se avessimo avuto tutta la vita davanti. E non avevamo neanche un mese.

Se potessi far accadere un miracolo, probabilmente ti direi che ti amo.
Ma i miracoli non si fanno.

amami se hai coraggio

Ti sogno ogni notte. Sogno che scappo e tu mi insegui, che tu sei con gli altri ed io ti guardo, sogno che facciamo l'amore. Tu non sai com'è vivere senza di te. E non ci parliamo più, lo so. Ma se io dovessi parlarti, ti direi tante, tantissime cose. Ti direi che a volte mi manchi così tanto che devo chiudere gli occhi. Ti direi che a volte non riesco ad accettare che tu te ne sia andato e sogno di attraversare la strada, prendere l'autobus e venire a casa tua. Sogno di citofonare e dirti che ho bisogno di te. Dicono che solo chi ammette d'amare è davvero libero. Una volta una ragazza disse che i sentimenti fanno parte di un mondo irrazionale che non possiamo decidere e ho pensato a te. Questa ragazza ha detto che non c'è un 'troppo presto' in amore, ed ho pensato a te.
Ci siamo conosciuti grazie ad una stupida domanda, 'Vai al Virgilio tu, giusto?'. Hai presente quando scrivevo 'you had me at hello.'? Perché il fatto è che mi sono innamorata di te dalla prima volta che ti ho visto, e non avrei potuto fare altrimenti. Ti ho amato da praticamente subito, e credimi se ti dico che non ho mai amato nessuno prima d'ora. Ho amato subito anche il gruppo che mi hai fatto conoscere, e quando avevi smesso di parlarmi mi sono appesa la loro foto al muro, e ti sentivo più vicino. Ed anche tutti i tuoi difetti.

Vedi, il fatto è che non posso, non voglio fare a meno di te. Non ci riesco. tutto questo vale troppo:
Il pomeriggio a casa tua a guardare Harry Potter. Quando ti dissi 'see you later, aligator' e tu mi risposi 'catch ya in a while, crocodile' e io sorrisi per tutta la sera. Ogni volta che te n'andavi e dicevi 'ci sentiamo stasera' e poi mi mandavi messaggi sul cellulare prima d'arrivare a casa. Ogni volta che mi dicevi 'ci sentiamo domani', 'ci sentiamo dopo' dandomi la certezza che ci saresti stato. Che avresti voluto sentirmi. Il 9Febbraio, e piazza Risorgimento. Io che avevo occhi solo per te. Tutte le volte che mi hai detto che sono bellissima. La volta che mi hai detto che le ragazze degli album di facebook 'Gorgeous Girls' non valgono neanche un mio mignolo. La volta che mi hai detto che eri pronto ad essere mio. La volta che mi hai promesso che non te ne saresti andato. Tutte quelle cose che dovevamo fare insieme. La volta che abbiamo fumato sul balcone e quando siamo rientrati ho riso in faccia a tua madre. Le volte in cui muovevi le mani e giocavi con il tuo anello. Ed io ti ho preso la mano nella mia e l'ho tenuta ferma. Tutte le volte che ho pianto, ho scritto, ti sono corsa dietro. La volta che hai suonato 'with me' e mi sembrava d'essere solo noi due, al mondo. Tutte le volte che ci siamo trovati d'accordo a parlare di libri, di persone, di musica. Le lunghe camminate, ed io che ripetevo che ero pigra. Le volte che ti sei aperto con me, ed io ho visto la tua fragilità e ti ho amato ancora di più. Le tue piccole gelosie, le mie grandi paure. Tutte le volte che: "notte pistacchio". Non sapere se stare insieme ma essere felici.

Le promesse che avevi fatto ora fanno male, e Roma è grande ma ogni posto mi ricorda te. L'altro giorno ho sentito il tuo odore, ed ho capito che non avrei mai potuto dimenticarti.
Io lo so che hai paura. Tutti ne hanno, io per prima. Scappo dai legami, ne ho paura, ho paura di finire spiaccicata dai sentimenti. Ma io non me ne andrei, insomma. Ti sarei vicino. Riesci a ricordarti di noi? Eravamo la cosa più bella che mi fosse mai successa. E prenderei tutte le tue ansie, le tue paure, le tue insicurezze e le farei anche mie. Non ti potrò portare via il dolore ma so tenerti la mano e sopportarlo insieme a te.
Non posso accettare che tu scappi, che non ci saranno più camminate fino a Ottaviano, che non saprò più neanche come stai.
Ti prego, trova il coraggio. Abbi il coraggio di restare, di tentare insieme a me. E se mi dici che non sai avere una relazione, ti dirò che non dev'essere nulla di definito, mi basta che tu stia qui intorno a me. Che tanto neanch'io so fare la fidanzata, e allora non avere paura, ti prego. E niente di quel che dirai potrà farmi cambiare idea.
Perché sono io. Perché sei tu.

Sogno ogni notte che tu torni da me. E ogni mattina spero che accada davvero.

domenica 26 febbraio 2012

Per Cosechenontidico

Regina di cuori.
Infranti.

Quanto sei brava, in questo, B., volente o nolente.
Mentirei se dicessi che non ti penso spesso. Mi è anche impossibile non sapere più niente della tua vita, perchè tu fai parte della sua e io sto imparando ad accettarlo. O almeno, ci provo.
Quanto è difficile pensare che hai "perdonato" lui, ma me no. No, io sono la cattiva della tua storia, quando tu sei stata la mia per anni.
E perchè? Perchè per una volta ho detto: no, io non ci sto. Non mi interessa, basta, basta!! Smettila di ferirmi.
Sì, mi ferivi, ogni volta che sparivi, ogni volta che mi cercavi solo per parlarmi dei tuoi problemi con lui, lui che mi hai portato via per un capriccio diventato poi amore, amore vero. Sono arrivata anche ad accettare questo, perchè io avevo scelto te.
Sai, B., spesso non si sceglie a chi voler bene, purtroppo. E' il tuo caso.
Io ti volevo bene nonostante tutto, nonostante il tuo essere orribile, i tuoi coccio sparsi ovunque, le tue ombre...
Volevo essere così tanto tua amica, tua sorella, che ho lasciato correre troppe cose, troppi segnali. Mi sono operta entrambi gli occhi. Per amore.
E' anche colpa mia, B., non soltanto tua.
Avrei dovuto lasciarti stare e invece al solito ho insistito. Quanto male ci siamo fatte.
Ed ora è troppo tardi, per tutto.

Stesso paese, due mondi diversi.

Ally.

Pensieri Random

Già mi pento ogni giorno di pensarti soltanto, figuriamoci se ancora una volta dovessi scriverti. Ecco, ma mettiamo proprio il caso che volessi farlo, ti direi più o meno che mi manchi. Mi manchi come se tra noi fosse finita ieri, e invece non so più quanto tempo è passato dall'ultima volta che ti ho visto. Ti direi che sono invidioso e geloso di tutta quella gente che ogni giorno ha la possibilità di passare del tempo con te. Vorrei rubare i loro occhi per un secondo, per vedere come stai, se sei sempre così bello, o se magari sei un po' invecchiato, come l'ultima volta che ti ho visto. Ti direi che sto bene, alla fine, che c'è ancora una crosticina che forse un giorno andrà via, ma la cicatrice rimarrà, e non mi dispiace poi, tanto comunque non so se ti dimenticherò mai.
Ti direi che mi manca quella città chiassosa che tanto odiavo, che con te aveva tutto un altro aspetto. Che dal giorno in cui mi hai lasciato sono cambiate mille cose, e che forse se ti vedessi non mi si fermerebbe il cuore come ho immaginato mille volte. Che mi manca perdermi nei tuoi occhi, farti arrabbiare solo perché mi piaceva tanto quando ti arrabbiavi con me, capivo che per te ero importante tanto quanto tu lo eri per me. Che ci sono ancora dei posti che non riesco a vedere, in questa città immensa, perché mi riportano te alla mente. Come in un campo minato, basta un niente per far saltare la barriera di sicurezza con la quale tento disperatamente di proteggermi dal  tuo ricordo.
Vorrei non essermi perso un attimo della tua vita, vorrei che tu fossi ancora qua, perché lo sai che io avevo proprio bisogno di te, ma non razionalmente..razionalmente non abbiamo bisogno di nessuno. Era un bisogno irrazionale, che mi faceva sentire soddisfatto di qualsiasi cosa facessi, perché potevo diventare ancora più bello ai tuoi occhi. Eri la mia forza irrazionale.
Mi avevi promesso che mi avresti sempre protetto, e sei stato invece il primo a ferirmi, ed è perché mi sono trovato così impreparato a reagire che sono qua ancora a pensare a te. E a tutto quello che ancora potevamo fare insieme.

Spero un giorno di poter incrociare ancora una volta i tuoi occhi, che tu mi possa sorridere e che tutto possa ricominciare da due parole, stupide, che diciamo ogni giorno, ma che dette da te curerebbero ogni cosa..
"Come stai?"..
Nessuno me lo chiede da un po', non con il tono che solo da te vorrei davvero sentire.

Cheeb

venerdì 24 febbraio 2012

lecosechenontidico

Volevo spedirtela davvero o imbucartela sotto casa. Prendere un treno, uno di quelli che ci mette 4 ore e fa mille fermate, così avrei avuto tutto il tempo per scendere ad una delle mille fermate per ripensarci.
Tutte le storie finiscono, la gente mente, si ferisce... è la storia dell’universo, ma chissà perché avevo pensato che per me sarebbe stato diverso.

Non riesco a rimanere aggrappata ai quei pochi momenti belli passati insieme, perché li hai spazzati via con tutte le bugie che mi hai detto. Mi volevi tutelare e forse vuoi tutelarmi ancora mentre mi nascondi la verità ormai palese.

Sai, sto cambiando casa, pensavo che saresti venuto a vederla e ti avrei fatto dei dolci con il mio nuovo forno. Avresti ammirato il mio pavimento a mattonelle di colori alterni e ci saremmo coccolati nel nuovo spaziosissimo letto. Mi sarei lamentata con te perché per marzo saranno finiti tutti i miei telefilm preferiti e avremmo visto Italialand mentre io ti avrei russato sul petto.
Poi avremmo cominciato a pensare a dove andare in vacanza d’estate, dopo gli esami, e saresti venuto alla mia laurea, un po’ imbarazzato perché non avresti conosciuto quasi nessuno e un po’ geloso dei miei amici. Avresti messo quei jeans che ti fanno quel sedere bellissimo ed io un tubino nero, perché so portare solo quelli.

Io l’avevo pesata fin qui. Quando mi hai strappato le ultime pagine e hai preferito riprendere un vecchio album di figurine, non mi restava che la copertina di plastica per coprirmi e difendermi.



YellowDoll.

martedì 21 febbraio 2012

Pensieri per te

ciao amore, da quanto tempo non ti chiamavo così, da quanto tempo non ti
scrivevo così.

lo sai che un po' mi manchi? non sono in grado di scriverti; le mani tremano,
il cuore trema. ma tu le sentivi le farfalle del mio stomaco? quella sera,
quando le nostre mani si cercavano piano piano nel cuore della notte e ora,
nessuno ha il coraggio di dire niente. E abbiamo deciso di non sentirci più.

" Abbiamo imparato ad ignorarci per strada e guardare da un'altra parte, anche
quando la tua voce è l'unica che sento. Abbiamo scelto di interessarci a cose
diverse pubblicamente, di dire 'non mi importa' quando ci succede qualcosa. E
poi non abbiamo neanche il coraggio di guardarci passare e salutarci, poi non
sappiamo cosa dire quando ci vediamo ridere.

Non abbiamo il coraggio di starci distanti quando stiamo male, non sappiamo
farlo, non possiamo.

Mi manchi, e forse non sai quanto ci speri anche io che il tempo rimetta
insieme le cose, forse lo sai invece.

E stai fermo lì e guarda un po' indietro, guarda che bello.

Credici ancora vedrai non tutto ti delude, amaci ancora vedrai sapremo come
fare. "

non mi ricordo di chi sono questi pensieri, ma te li dedico, amore, sono tutti
tuoi.

CI RIPRENDEREMO IL TEMPO CHE LA DISTANZA CI HA PORTATO VIA. MANGEREMO GLI
ATTIMI CHE CI HA TOLTO E CI UBRIACHEREMO COI MINUTI SPESI AL TELEFONO PER DIRCI
QUANTO CI AMAVAMO.

lunedì 20 febbraio 2012

Piani saltati

<sfogo>
perché io non ce la faccio
non ce la faccio a lasciar perdere
non ce la faccio a dimenticare
non ce la faccio a non fare nulla
non ce la faccio a non pensarci
non ce la faccio
perché io ci speravo
ci speravo davvero
questa volta
</sfogo>

le cose che non mi dico

Questo è uno sfogo ma non un qualunque sfogo. Non è rivolto ad un altra persona, ma è rivolto a me. Ormai vivo solo nelle mie fantasie. Non ricordo più qual è stato l'ultimo giorno "reale" vissuto. Non mi nascondo dietro avatar e non passo ore nelle chat. Il tempo scorre e tutti maturano, crescono, cambiano forse, si creano un futuro, colgono occasioni, interagiscono con persone reali, si creano una rete sociale, insomma vivono. Invece io mi ritrovo qui, seduta, sola, a fantasticare su persone che non esistono.. Sembro un bimbo con il suo amico immaginario. E io questo amico non riesco a lasciarlo andare. Cambia volto e personalità con il tempo, ma rimane sempre li nella mia testa e mi fa compagnia a letto, durante le lezioni, durante i pranzi. Lui è sempre con me. Il tempo scorre e io non ottengo nulla di concreto. Sono stanca, ma non so nemmeno io di che cosa. Come si fa ad essere stanchi di un qualcosa che non abbiamo mai avuto? Una vita vera.

Le cose prima andavano bene, poi solo andavano e dopo se ne sono andate.

Io e te ci siamo incontrati al cinema, eri seduto accanto a me per
puro caso. Indossavi il tuo solito cappello grigio e una maglietta a
maniche corte che lasciava scoperte le braccia tatuate e i muscoletti.
Te lo ricordi ancora, Fè? Forse i muscoletti non c'erano, ma a me non
me ne è mai importato nulla. Forse era novembre, forse no, forse erano
due anni fa, forse tre, non lo so. Per me è stata tutta la vita, Fè.
Se devo dare un inizio ad essa, alla mia vita, da quando ho
incominciato a sentire qualcosa, direi che inizia con quella frase di
forsenovembre al cinema -Ti piace?-, riferita al tuo tatuaggio con la
maschera di V per vendetta, e finisce con -Non lo so, sono confuso,
non so più dove sbattere la testa. Non me l'aspettavo, non sono bravo
in queste cose, ma lei è più...-. Lei? LEI? Ma stiamo scherzando? Ho
chiuso il telefono e mi sono buttata sul letto. Basta, c'è un limite
di dolore che i fili del telefono possono sopportare ed io l'avevo già
superato dal "dobbiamo parlare". Lei cosa ti da più di me? Ok, ieri vi
ho incontrato quasi per caso (ero di fronte a casa tua,
maquasipercasoeh): biondina, alta, occhi che sembrano due chicchi di
caffè, tette ok, gambe lunghe...basta. Pensavo fossi diverso, Fè.
Forse non diverso, "superiore". Non lo so. Ed era già troppo tempo che
mi tenevo tutto dentro, dopo due anni o forseuno noi, cos'eravamo?
Sempre insieme, intesa perfetta, le tue mani calde sulla mia schiena,
le fette di torta alle due di notte, i segreti sussurrati piano piano,
gli abbracci stretti e tu che -Oh, no, io non credo nell'amore-. Ma
che significa, Fè? Significa che non credi nell'amore tra di noi, che
non credi nell'amore in genere, come si può non credere nell'amore?
Secondo me solamente non l'hai mai sentito dentro, che è diverso.
Credi nell'amore, non nelle persone? Ma che ne so? Ma tu non una
parola. Non una parola su ciò che provavo, o provavamo? Poi te l'ho
detto. Anzi, prima è arrivata la
biondinatetteetuttoilpacchettostrafiga, poi te l'ho detto.
-E niente, volevo dirti una cosa,Fè.-
-Vuoi che vengo da te?-
-Solo se poi ci resti.-
-Stè, che è successo?-
-Sai, è da due anni che ci conosciamo...forse uno, uno e mezzo, (lo
ametto, non dovevo impantanarmi co 'sto fatto delle
nondatequasisicuramenteincerte), e...-
-...E? Oddio, hai 'na malattia terminale?-
-No, idiota, ti amo.-
Poi è arrivato il "dobbiamo parlare" e il "lei".
Federico, ci ho messo due anni a capirlo. Ti amo. Amo i tuoi tatuaggi,
E' impossibile descriverti completamente con poche semplici parole,
com'è impossibile conoscere la bellezza della primavera senza averla
mai vissuta e sentita sulla propria pelle, senza aver visto gli alberi
in fiore e aver sentito il profumo delle margherite. Sei il mio
principe non esattamente azzurro ma rosso fuoco e tatuato, con una
moto invece del cavallo bianco e con un ipod invece di fiori. Perchè
sei diverso, ed anche se sembra una frase ad effetto da film
americano, è vero, così dannatemente vero. Con te mi sento libera,
libera "da" e libera "di". Perché malgrado a volte ci incazzavamo,
malgrado la rabbia di alcuni giorni, quando penso a te, alla fine, mi
vengono in mente solo le cose positive. Quindi, Fè, tieniti pure la
tua biondina con le tette. E lascia la ragazza dai capelli a volte
arancioni, bassa, con gli occhi di un colore indefinito che però,
sotto le grandi felpe e la matita sugli occhi, ti ama. Ti ama sì,
anche se non ci credi, anche se all'inizio non ci credevo neanche io
ed ora sei la cosa più vera che mi rimane. Ti amo Fè.
Ti amo. Da forseunsaccoditempo.

Stè.

A te.

Sono le 11.40 di domenica sera, domani ho un esame e io sono qui a pensare a te. Ancora. Erano quanti? Quattro anni che non ti pensavo? Ed ora eccomi qua a cercare di sfogarmi qui perché a te queste cose non le posso dire. Eh si, perché tu ti illuderesti, perché ti farei del male per la triliardesima volta, perché ci starei male io a mia volta. Mentre pensavo a te, prima, adesso, tutt'oggi, tenevo sott'occhio il tuo numero (non so, nel caso volesse scappare..che poi tra l'altro non so nemmeno se è ancora quello il tuo numero!!) e un messaggio te lo volevo mandare. Ti avrei scritto "si, voglio rischiare" e a quel punto tu avresti capito. Purtroppo però, sono in quel periodo della mia vita in cui tutto è volubile e di conseguenza le mie decisioni sono molto poco attendibili, quindi ho evitato. Come ho detto, ti avrei illuso e basta dato che non sono ancora certa di volerci riprovare. Cazzo, tu mi aspetti da quattro anni e io questo lo so, ma posso permettermi di farti male ancora? Per cosa poi? Solo per provare a vedere se mi piaci ancora? Che egoista sarei? No, non so ancora cosa fare, so solo che ti penso, spesso e volentieri. So che saresti quello giusto, so che mi ameresti da impazzire ma, le persone, vogliono fare tutte le scelte sbagliate prima di arrivare a quella giusta (siamo gente masochista, lo so!) e quindi tutto questo mi porta ancora a dirti che non so scegliere cosa fare. Se ci fosse qualche buon anima che mi imponesse una scelta allora farei quella, punto e basta, ma, quando si tratta di me, vorrei non scegliere mai.
Ti prego, quindi, capiscimi se ti tengo ancora qui ad aspettare me (che poi tu saresti anche liberissimo di andartene, è solo che non vuoi) ma sto cercando di fare ciò che non sono mai stata capace di fare: scegliere e con ciò prendermi la responsabilità delle mie azioni. Ma tu mi conosci, quindi lo sai.

Tutto questo testo pieno di dubbi per dirti che, stasera, avrei scelto te, così d'istinto. Però domani, purtroppo, con molta probabilità, cambierò idea.
Resta il fatto che ti voglio bene e spero che per ora ti basti sapere che non voglio farti del male. Poi, deciderò e sarà per sempre, questa volta lo giuro.

Buonanotte e sogni d'oro.
Foffy.

domenica 19 febbraio 2012

Amori che potevano essere a cui oggi pomeriggio ho messo la parola FINE (?)

Non mi hai chiamata per convincermi a non farlo, non sei saltato in macchina a citofonarmi, non hai fatto niente, mi hai accusata di superbia, di aver capito tutto, di fare le cose a modo mio perché o si fanno così o niente, beh io credo che se dopo un anno e mezzo un ragazzo non ha ancora capito se vuole uscire con te o meno, e te chiudi, non ci sia nulla da essere superbi nell'aver capito che questo ragazzo non alzerà mai il culo per conquistarla.
Quindi, cazzo vuoi?
LiL

Le cose che ti nondico

Ciao,
le lettere si aprono sempre con i saluti no?
E non ti dico ciao amore mio, perché non te l'ho mai detto, pensa, dopo un anno non sono ancora capace di dirtelo.
(Non che tu l'abbia mai fatto eh, ma io ci spero che ci amiamo, altrimenti stare un anno insieme...perché?!).
Riprendiamo il discorso principale, ciao, ti volevo nondire una cosa davvero troppo importante, e te la nondico perché non la leggerai mai, ed io mi sento un po' codarda. Tu mi fai battere il cuore davvero forte, quasi inizio a sentirlo quando si agita, anche se è un luogo comune, sei arrivato con quel tuo sorrisino da ragazzo che, se non sei un metro e ottanta e strafiga, neppure ti guarda. Invece hai guardato me, o forse ti ho costretto, o forse ci siamo semplicemente guardati e non abbiamo più smesso. Tutte rose e fiori, tutti baci e sorrisi, qualche urlo o litigata. C'è da dire che non ci si annoia mai, e c'è anche chi dice che io ti amo, che ti amo davvero anche se non sono capace di capirlo. Comprendimi, io ed i sentimenti non abbiamo un buon rapporto, loro sono troppo complicati, a me piacciono le cose semplici. Quindi c'è questa cosa che forse ti amo, e forse non lo capisco perché le comunicazioni tra un sistema solare e l'altro sono piuttosto complicate.
Ed un giorno, mentre i nostri sistemi solari sembrano essere divisi da uno spaziotempo inconciliabile, arriva un qualcosa di mai pensato, mai sognato, due gambe, due braccia, un bel cervello, e tutto ciò che lo rende uomo e non donna.
Non che sia strano vedere creature umane di sesso maschile, il mio sistema solare non è certo un collegio femminile, ma è strano vedere creature umane di sesso maschile così simili a me, così belle, così tanto il mio tipo ideale. Persone che ci provano pure, a quanto mi dicono, ma ripeto che io per queste cose non c'ho occhio, e neppure naso!
Tirando le somme ci sei tu che forsetiamo, e il mio tipo ideale, che però vedi, è in classe con me, quindi è complicato.
Ci siete voi due, e poi ci sono io nel mezzo di un baratro, come Willy il Coyote quando insegue BeepBeep che però magicamente vola, e lui sta un paio di secondi in aria e poi precipita rovinosamente. Io mi trovo nei miei pochi secondi in aria, da un lato ci sei tu, il nostro anno ed il mio volerti bene, dall'altro c'è questa persona ideale, che mi sorride, mi scompiglia i capelli e mi porta ai concerti, e mi chiede cosa ne penso dei suoi amici. Ci sei tu che tu non sai quanto ci tengo, e le nostre comunicazioni poco agevoli, e c'è questa persona/novità sconvolgente con cui parlare è come respirare.
Benissimo, direi io, io sto con te e ti amo e questa persona diventa la mia metà amicale della mela.
Ma sai cosa? Benissimo per niente, perché mi chiedo come sia stringere quella metà amicale della mela e magari se, dopo un bacio, sa veramente di mela.
Dunque c'è questo problema esistenziale, di te che non chiedi troppo e mi dai tanto con qualche normale pecca, e di lui che mi da un sacco, non chiede niente, ma nell'eventualità chiederebbe me, che non mi sono concessa mai a nessuno.
Però davvero nessun problema, perché io forsetiamo e questa nuova persona la trovo solo interessante, ma non vorrei fare torto a nessuno.
Si scoprono davvero vivendo le cose? Io un po' ci spero.
Forse ti amo, anzi è quasi sicuro, solo che non so quanto si possa amare e al contempo trovare interessante altro, non sono tipo.


Scusa, ho finito le parole per il nome.

Le cose che non ti dico sono 28978347.

Le cose che non ti dico sono troppe.
Non ti dico che hai il sorriso più bello del mondo. Sì, forse è una frase fatta detta un po' da chiunque ma io in quel tuo sorriso ci vorrei dormire.
Non ti dico che nei tuoi occhi, ogni volta che per sbaglio incontrano i miei, ci lascio il cervello.
Non ti dico che nelle tue fossette ci vedo la perfezione.
Non ti dico che la tua risata mi scoppia nello stomaco quando ti sento, ti vedo felice perché t'accorgi che qualcuno crede ciecamente nelle tue stronzate.
Non ti dico che ti preferisco con la barba e la piccola cresta naturale coi capelli ricci che col gel e senza barba.
Non ti dico che il più delle volte t'osservo il sedere perché hai un modo divino di portare i jeans e il portafoglio nella tasca posteriore.
Non ti dico che ti amo da quattro anni perché ho paura che tu te ne possa finalmente accorgere e che non mi rivolgerai più i tuoi sorrisi innocenti e caldi.
Forse non te lo dico perché amarti è diventata una cosa così bella ed ho il terrore che finisca.
Forse non te lo dico perché sono egoista. 
Voglio che questo amore sia solo per me?
Amarti senza che tu lo sappia è un comportamento egoistico?
Selly-

Al solito.

Ciao Marco,
vorrei dirti tante cose stasera e tu mi stai scrivendo e io non so che risponderti quando mi dici che vorresti fare l'amore con me.
Sono felice, tu lo sai. Vorrei urlarti in faccia che t'avrei amato fino alla fine io, e che in fondo ti amo ancora in qualche parte di me, ma dovevi rimanere, ed io ho imparato che per essere felici i ti amo non possono essere seguiti dai 'ma'; sai che lo amo senza ma e che te ne dovresti andare, sai che non ti dirò mai di lasciarmi e che non lo farai mai, so che è sbagliato e che così non si può andare avanti ma sono ridotta a scrivere una stupida mail alle nove e ventidue di una domenica a caso per sfogarmi mentre a te continuo a dire che ti voglio bene e ti vorrei urlare in faccia che sei stato un bastardo, dirti che quando mi piangi sulla spalla mi fai schifo e che mentre io venivo violentata e vedevo morire il mio migliore amico tu dovevi consolarmi, dovevi almeno dirmi che mi amavi, anche se non era vero, magari così tanto per vedere un sorriso, una lacrima in meno; e dirti che la notte che è morto potevi evitare di darmi della troia, che devi smetterla di dirmi quanto ti piaceva stare con me due anni fa solo perché ora sto con un altro e sono mediocremente felice, potevi rendertene conto prima e adesso smettila di dirmi quanto sono speciale. Cresci cazzo Marco, cresci. 
Io sono cresciuta senza la tua mano fra i capelli e ora ne ho un'altra fra le mani e sono felice, come non avrei e avresti mai pensato. Cresci Marco, vedrai com'è difficile farlo da solo, almeno tu non sarai obbligato. Lasciami in pace. 
Rimani.

A L.

E quindi il rugby.

Proprio in questi giorni stavo pensando che ti ci avrei proprio visto in una squadra di rugby, e che succede? Vengo a sapere che ci sei davvero entrato in una squadra di rugby. Da quando l'ho letto ieri, va peggio che mai: mi torna in mente in modo più forte del solito com'era fare l'amore con te, toccarti... E se quando ci siamo conosciuti ti bastava guardarmi per farmi venire voglia di essere scopata, dopo aver saputo questa cosa sei diventato il mio unico pensiero improprio, anzi diciamo pure il mio unico pensiero. Probabilmente sono scontata, ma non riesco a non immaginarti sporco di terra e zozzo... Mi farei scopare direttamente sul campo penso; anzi no, probabilmente non c'arriverei: mi sarei sciolta prima in una pozza di liquido.

Questa non è semplice voglia di cazzo: è voglia del tuo e basta all'infinito. Probabilmente non sono il massimo del romanticismo, ma tant'è: è da ieri che continuo a pensarti, voglio vederti, voglio fare l'amore, voglio chiacchierare. Voglio te. Io e te scopavamo col cervello, ed è questo che mi manca. Non posso volere altro che te perchè anche se uscissi con altri non farei che cercare in loro un tuo clone.

Shirley

Mi ricordo tutto

Caro Raffaele
Ormai sono passati 9 mesi dalla fine della nostra "storia" ( o forse dovrei togliere queste virgolette perché per me era una storia a tutti gli effetti,una storia importante...) L'ultima volta che ci siam visti era l'inizio di Giugno,il giorno prima della mia partenza.
Ecco,caro Raffaele,io vorrei dirti che non mi sono mai scordata nulla,anzi mi ricordo tutto,io vivo nel mio passato,nel nostro passato.
Mi ricordo delle serate passate insieme a Napoli,dei concerti fighi in cui mi son divertita tantissimo,di tutte le pizze che ci siam mangiati. Mi ricordo del gruppo che avevamo,il gruppo che avevo sempre sognato,di come ci trovavamo bene a suonare insieme,della canzone che avevamo creato,di te che mi insegnavi a suonare la batteria,e tra un ritornello e l'altro ci scappavano due baci,due coccole.
Mi ricordo delle tue felpe verdi,me ne prestavi sempre una,io la portavo a casa e ci dormivo assaporando il tuo odore per tutta la notte...era bello
Mi ricordo della tua casa fantastica,mi ricordo persino del tuo cane...forse l'unico cane con cui sia mai riuscita a comunicare per davvero.Mi ricordo delle patate al forno che ci preparavamo prima di vedere quel cartone,Up,il cartone che ora odio
Mi ricordo della tua macchina blu(e del terrore che ho avuto alla vista di ogni macchina blu dopo il nostro breakup),di quando mi venivi a prendere a scuola per portarmi un po' in giro prima di riportarmi a casa per il pranzo.Mi ricordo di quella volta in cui facesti tardi e per farti perdonare mi portasti a mangiare in quel ristorante figherrimo...era una delle giornate più belle che abbiamo trascorso. 
Mi ricordo quando a pasquetta,siam andati a Caserta,abbiamo preso un telo e ci siam sdraiati sull'erba. Avevi portato la chitarra e così mentre eri in uno stato di dormiveglia io continuavo a cantare e suonare...anche quello era bello
Ma quello che mi ricordo di più è il tuo letto,quello in cui ci infilavamo dopo una lunga serata,entrando a casa tua sulle punta dei piedi per non svegliare i tuoi. Il tuo letto bello,fresco e caldo,il letto in cui ho fatto l'amore per la prima volta e l'ho fatto con te...
Una settimana dopo mi son ritrovata a cenare a casa tua,era il giorno prima della mia partenza (di soli 3 mesi!!!) e tu cos'hai fatto,cos'hai fatto,o mio caro Raffaele?
Mi hai piantata in asso,con mille perifrasi,senza nessuna spiegazione,con quelle frasi "io sto passando un periodo difficile,io non so cosa voglio fare realmente" ma io avevo capito già tutto. E così ho trascorso un viaggio di più di 30 ore con le lacrime che non avevano il tempo di asciugarsi.
Dopo che sono ritornata mi hai ricontattata dicendomi che volevi recuperare tutto pian piano,mi hai anche scritto quella "lettera" piena di cose belle,non so se vere o meno, mi hai scritto che ti ho "preso e ripulito,mi sei stata affianco come nessuna ha mai fatto con me..." Allora perchè non mi sei stato affianco anche tu fino alla fine? Che poi non hai neanche avuto il coraggio di venirmi a dire queste parole in faccia,a venirmi a riprendere per davvero,quando una possibilità ancora ce l'avevi.
Io non dimentico e ti sarò sempre grata per avermi tirato fuori dalla situazione in cui mi trovavo nella primavera 2011 perchè queste cose non si dimenticano. Ciò non toglie il fatto che mi hai tirato fuori da un fosso per farmi sprofondare in uno ancora più buio.
Tu sei stato un pezzo di merda,tu hai tenuto segreta la nostra relazione perché ti conveniva non far sapere ai tuoi amici e parenti che stavi con una sedicenne,sei anche stato un pezzo di merda perchè hai rovinato la mia prima volta,perchè ora il sesso mi disgusta e ogni volta che sono uscita con un ragazzo che ha provato,magari, a palparmi le tette mi bloccavo e quasi quasi piangevo.Sei stato un pezzo di merda perchè non sei riuscito aspettare 3 mesi il tuo amore,l'amore che c'era e che avrebbe aspettato anche anni per stare insieme a te. Sei stato un pezzo di merda perchè quando non c'ero sei tornato dalla tua ex,per pura consolazione,per colmare il vuoto che non era più occupato da me.
Ma nonostante tutto,nonostante tutte le stronzate che hai combinato,nonostante tutto il tempo passato a ripensare,rimuginare,odiare,io non posso far a meno di amarti,amarti sapendo che è totalmente sbagliato farlo...sapendo di avere il mio orgoglio sotto ai piedi,sapendo che ora di sicuro hai un'altra tizia da trombarti,sapendo che non mi pensi neanche un minuto perchè è passato troppo tempo. Anzi,sai,a volte mi chiedo come fai a vivere con la coscienza sporca,come fai a vivere con un nodo all'anima che non è stato sciolto,come fai a non pensarmi neanche per un minuto.
Ho perso il filo del discorso,e questa "lettera" sta diventando troppo lunga
Allora ti dico quella cosa,la cosa più importante,la cosa che ho paura di dire persino alla mia miglior amica ( a cui dico tutto) perchè so che mi picchierebbe. Ecco,caro Raffaele,non ho mai smesso di aspettarti,io ti aspetto ancora,aspetto che torni,che ti presenti sotto la casa o sotto la scuola,che mi chiami e mi dici "sai amore,mi sei mancata un sacco" con quella tua voce da bambino e la stupida risatina e allora sarò lì,pronta a dimenticare il passato e tuffarmi di nuovo,tuffarmi in quell'amore che per me non ha MAI smesso di esistere.


La tua Renna

venerdì 17 febbraio 2012

Sfarfalla pure nel mio stomaco, tranquillo!

E finalmente ti ho sentito!!
Cosa dici, tralasciamo la parte che ci siamo sentiti perché ti ho cercato io???? Mmhh...meglio di sì (per il mio ego, sai, è un po' che lo trascuro...)
E insomma...l'unica cosa che mi consola è che non avevi la tua solita voce suadente (causa pesante raffreddore) e quindi sono stata sedotta meno del solito..
Questo silenzio di quasi due settimane è stato utile?
Boh!!!
Anche perché tu non sai cosa è successo subito dopo che sei uscito dal mio ufficio l'ultima volta che ci siamo visti.
Vabbè sono indecisa se meriti o no di saperlo...ma non riesco a non dirtelo quindi...
Ho lacrimato per circa 5/7 minuti.
No, non ho PIANTO perché non era un pianto. Erano solo lacrime, dovute credo all'emozione di quel momento (emozione peraltro non ben definita).
Nooooo. Non prenderla come una cosa triste, perché non è stato triste.. Sono andata in bagno (ero pur sempre a lavorare), mi sono guardata allo specchio e ho sorriso. Le emozioni vanno SEMPRE vissute, nel bene e nel male, sai che io la penso così..
Ora però mi chiedo, con giustificato timore, se la prossima volta che ci vedremo comincerò a scodinzolare per poi farmi la pipì addosso!!!!
(No questa non serve che te la immagini)

Volevo anche dirti altro, ma lo farò un'altra volta..
Bacio! (sì dai, ancora uno...sì dai, anche se non si può..)

Tranquilla?!?

Hai presente quella felicità che ti si espande nel corpo lentamente? piano piano e che esplode però tipo bomba, e cazzo ti sale il cuore in gola?
Leggere che mi avevi scritto su whatsapp (dopo aver litigato a San Lavandino) mi ha fatta sorridere, mi sono morsa un labbro per contenere l'happiness e devo ammettere che un pizzico di soddisfazione c'è stata nel fatto che mi avevi contattato tu per primo.
Ovviamente era troppo bello per essere vero.
Si, ok, va bene le scuse per il litigio, ma poi la bomba: "No, è che sento che ora c'è qualcosa che non va ma tranquilla buonanotte." (messaggio ricevuto alle 23:06)
Ma tranquilla di cosa? Tranquilla dove? Ma sarai mica scemo? (Saltatempo ti prego concedimi la citazione.)
Ma io ti uccido, ti prendo a sprangate, a badilate, a legnate sui denti.
Come cazzo vado a dormire io adesso, neh?
Ansiansiansiansiansiansiansiansiansia.
Sono le 23:23 (close your eyes make a wish) e ci sto ancora pensando!
Non oso immaginare come sarà il resto della nottata.
Ma ovviamente dovevo essere fredda e dire semplicemente : ah si buonanotte shalalala.
In realtà ero tentata di scriverti ancora e dire: senti ciccio, col cazzo buonanotte, tu le cose o le dici o non le dici proprio, perché non puoi mandare una cazzo di messaggio per fare pace dieci secondi prima di andare a dormire, sganciare una bomba tipo: questo è un periodo di merda (e il mio cervello ha già capito che quando ci vedremo mi scaricherai [ma si può scaricare qualcuno con cui non si è mai stati?]) e poi dire: tranquilla buonanotte.
Tranquilla un par di zebe, tranquilla stocazzo, tranquilla niente.
Non posso stare tranquilla.
Sto tremando.
Odio l'effetto che mi fai.
Mi odio.
Vaffanculo.
A me.

LiL

giovedì 16 febbraio 2012

Lettera a G.

E' la canzone di Ligabue che sto ascoltando in questo momento, mentre ti scrivo queste parole che mai leggerai. E' la canzone che prima o poi avrei dovuto dedicarti, sia per il fatto che il tuo nome inizia per G, sia perché ti rispecchia.
E allora, caro G, che dovrei dirti? Che sei la goccia che ha fatto traboccare il vaso nella mia storia che faceva già acqua da tutte le parti.
Ti ricordo che la prima sera che ti ho visto mi stavi altamente sul cazzo e non vedevo l' ora che te ne andavi. La seconda già un po' meno, ma eravamo ubriachi. La terza ti iniziavo a fissare insistentemente. 
Poi su Facebook hai iniziato a scrivermi, abbiamo continuato a vederci con la compagnia e mi sei entrato nel cuore. Hai letteralmente spodestato quello che prima lo occupava.
Non so che fare con te. Abbiamo diciotto anni, due storie che a quest' età sono fin troppo serie e i nostri caratteri sono totalmente incompatibili. Perché, allora, non riesco a stare senza di te? Perché per te lascerei L. e per le altre cotte che ho avuto no? 
Tu vuoi solo scoparmi, me l' hai detto francamente: "Se fare sesso andrà a rovinare la nostra amicizia ciao ciao.". Io mi concederei completamente a te, manderei a puttane il mio orgoglio di donna. Non lo farei con piacere, lo farei con il piacere di averti, farei qualunque cosa pur di averti. So che e ne pentirò, rimpiangerò la persona che mi ama, perché tu in sostanza non mi darai niente, se non il tuo cazzo. 
Sono abbastanza grande per assumermi le mie responsabilità, stavolta non tradirò L, mi sentirei una schifo di persona. Imparerò dai miei sbagli, imparerò a non dare tutto alle persone sbagliate.
Io lo so che tu sei una persona sbagliata, ma devo sbatterci la testa, devo soffrire, devo crescere.
Quindi ora facciamo andare le cose come vanno, tu inizia solo a sperare che non mi innamoro.

La tua trombamica.

P.s. Egoisticamente spero che la tua ragazza scopra tutto e, a costo di chiudere la nostra "relazione", tu ci soffra come un cane come sto facendo io ora.

Weird fishes

Senza di te, che un po’ mi mancherai lo so, sono finalmente libero di poter amare di nuovo, senza paure, i
Radiohead.

http://www.youtube.com/watch?v=FcANFVcJeOM&feature=relmfu

B.P.

Per 505

Ogni tanto ti penso.
Io, così forte, ti ricordi? Avevamo fatto una sfida, nella tua città, nella tua Roma che vorrei tanto fosse anche la mia Roma ma non sono fatta per. E poi Roma al contrario si legge Amor ed è da quando ci siamo conosciuti che lo sai che l'amore non è il mio forte. E quindi niente, è la tua Roma e la mia amante.
Mi avevi sfidata a camminare sui sanpietrini ubriaca a Trastevere e io avevo lucidato il mio tacco 12 coccodrillato e ti avevo detto "Nessun problema" ma tu non ti fidavi di me, eri certo di una mia caduta. E invece ho vinto. Diffidente fino all'ultimo, mentre mi dicevi "Cammina davanti a me così ti soccorro il prima possibile". Ti ho dimostrato che io non cado.
Quella sera, quando non sono caduta, quando ho preso qualche storta ma non sono neanche scivolata sui sanpietrini bagnati, quando ho capito di essere immortale, quando mi hai detto "Secondo me hai fatto un patto col diavolo. Non è possibile.", quando ero brilla e quando ti ho guardato negli occhi... ho capito una cosa molto importante: tu avevi paura. Avevi paura di tutto, avevi paura di ricominciare, avevi paura di buttarti. Mentre guidavi ti ho guardato le mani e ho visto che erano bruciate, ti ho guardato il viso e ho visto i solchi lasciati dalle lacrime, ti ho guardato il naso e ho sorriso perché ti avevo rivelato un segreto sul mio naso e speravo di averti fatto sorridere almeno con quello.
E poi me ne sono andata da Roma. Perché le cose belle durano poco, perché dovevo tornare, perché tanto ho lanciato una moneta nella fontana di Trevi e quindi lo sai che tornerò.
E tu alcuni giorni dopo mi hai scritto. Mi hai scritto una cosa bellissima, una cosa carica di affetto, una cosa che non mi aspettavo. Mi hai detto che grazie a me avevi ritrovato la fiducia in te stesso, che ti sentivi potente, che ti eri innamorato e che era solo grazie a me. Che eri di nuovo pronto a far cazzate. E mi hai riempito il cuore di gioia, davvero.
Però non te l'ho mai detto.
Non ti ho mai detto quanto ti voglio bene, quanto ti penso ogni volta che entro al Disney Store, quanto ti penso ogni volta che sento l'odore di fragola, quanto ti penso ogni volta che ci metto mezzo secondo a rispondere al telefono, quanto ti penso ogni volta che penso a "gajardo".
Ormai è passato più di un anno, lo so bene. Era il 7 dicembre 2010.
Ti ho sentito raramente, in questo anno passato.
Sono contenta di averti in qualche modo cambiato la vita.
"Non è detto che chi ti cambia la vita debba poi condividerla con te."
Forse è così. Però continuo a volerti bene.
Come a un fratello, come a un'anima gemella mancata.

La ragazza che si copre sempre il naso nelle foto

Cordialmente.. 'AFFANCULO!

E' una lettera arrabbiata.
Non era amore, ma era qualcosa in cui credevo.

Era il mio lavoro, quello che ho imparato a fare da sola, perché voi eravate troppo impegnati a progettare il nuovo negozio, ad assumere la project manager, l'addetta all'e-commerce, il web designer, a partecipare alle fiere.
Mi avete "assunta" a luglio, dicendomi che a settembre, se vi foste trovati bene, mi avreste pagato il rimborso spese. 
Non ho firmato pezzi di carta, non mi avete detto che mi avreste dato qualcosa in nero.
Però mi sono impegnata, ho imparato da sola a svolgere le mansioni di segreteria, telefonando ai fornitori, cercando di essere il più cordiale possibile, come avrei voluto esser trattata io stessa al telefono.
Mi avete detto che avrei fatto anche lavori di grafica e che mi sarebbe servito un portatile nuovo, e i miei si son premurati di comprarmi un MacBook Pro, perché volevano che io avessi il meglio, perché loro ci credevano a quel lavoro, quasi tanto quanto c'ho creduto io.
Tra una cosa e l'altra è arrivato settembre. Io v'ero piaciuta, e mi avete tenuta. Mi avete lasciato una scrivania tutta mia, e mi avete lasciata ancora più sola, nascosta, in un ufficio più grande, con colleghi che non erano i miei (ma ai quali mi sono affezionata tantissimo).

Per due mesi non mi sono lamentata. 
Poi è arrivata lei. "Perfetta". Più grande di me, con il carattere forte che si celava sempre dietro al suo sorrisetto falso.
E' arrivata ed io son stata più nessuno.
Voi capi ne andavate pazzi: alta il giusto, magra, tette nella media, gambe lunghe, capelli lunghi, e vestita da "fichetta". L'opposto di me, bassina, caschettino biondo platino, senza seno, gambe corte, con le Converse ai piedi e i maglioni oversize.
Mi sono fregata da sola, sottomettendomi a quella stronza. La mia stupida insicurezza mi ha fregata. Mi son sentita inferiore, e mi son chiusa a riccio.
Lei veniva pagata: niente periodo di prova, niente "fiato sospeso". Lei era utile all'ufficio. 
Passava ore nei vostri uffici, a far cosa poi non lo so.
E io? Chiamavo ancora i fornitori, risistemavo i casini che facevate, progettavo stupide proposte grafiche, facevo liste in Excel e preventivi.
Gennaio si avvicinava, e mi era stato detto che mi avreste assunta come commessa nel nuovo negozio, proprio all'inizio del nuovo anno.
Finiscono Natale, Santo Stefano, Capodanno ed Epifania, due giorni di ferie e poi tutti a lavoro, di nuovo.
Ho preso due giorni di malattia, ma per il resto sempre presente, pioggia, neve, quaranta gradi all'ombra. 
Una mia collega mi chiamava "Stacanovista". Ma io lo facevo solo per assicurarmi il posto.

L'anno nuovo è iniziato ed io mi faccio avanti chiedendo cose ne avreste fatto di me, e mi avete risposto "Due settimane e arriverà il contratto, tranquilla".
Due settimane passano e voi niente. Ne passa una terza, e in un pomeriggio a caso, dal vostro ufficio entrano ed escono i miei colleghi: rinnovano i contratti, mi dicono.
Poi, il mattino seguente chiamate anche me, dicendomi che due settimane ancora e anch'io potrò firmare il mio contratto.
Un buon contratto, di apprendistato, quattro settimane di ferie, quattordici mensilità, e contributi pagati dallo Stato.
Salto di gioia, torno a casa felice. Una felicità che si affievolisce giorno dopo giorno durante le due settimane successive.

Poi arriva il pomeriggio in cui vedo i miei colleghi impacchettare tutto: finalmente ci trasferiamo nel nuovo negozio! 
Ma no, sono le 18,30, io le mie otto ore le ho fatte, dovrei uscire, ma mi volete parlare.
Mi volete lasciare a casa. L'apertura del negozio è stata posticipata, ma dato il trasferimento imminente nella nuova sede, non potete permettervi di portarmi con voi senza un contratto. Un contratto che non firmerò mai, perché arriverà tra un mese ancora, e non volete farmi stare con voi oltre.

Ho passato otto -OTTO- cazzo di mesi gratis, impegnandomi, imparando da sola a fare un lavoro. E ho sprecato tanto, troppo tempo. 
Tempo che avrei potuto dedicare al mio ragazzo, alle mie amiche, alla mia famiglia, e che invece ho passato a fantasticare su il "cosa avrei comprato con i soldi dello stipendio" e "a quanto avrei messo da parte per viaggiare, e per il mio futuro". Otto mesi sprecati a sognare.

Cordialmente andate 'AFFANCULO. 

ABBIATE LE PALLE DI NON FARVI SOTTOMETTERE. A RIMETTERCI SARETE SOLO VOI.
 
M.

Io&Te

Sono tante le cose che vorrei dire, ma mi si incastrano in gola e non riesco a sputarle.
che poi sono abituata a sorridere, perchè tanto se faccio il broncio e mi lamento delle cose che non funzionano non cambia niente. e allora sorrido.
sorrido amaramente della mancanza che provo.
sorrido piangendo per le volte che avrei voluto dirti che le cose che mi dicevi ora dovresti mantenerle.
sorrido mentre penso che io e te insieme avremmo potuto essere qualcosa.
e invece niente.
perchè, poi?
ah certo, perchè tu hai paura. di te, di me, di tutto.
era bello pensarci insieme. ma viverci no, non sia mai che uno ci provi. che il rischio di fallimento è dietro l'angolo, vero?
allora limitiamoci a pensarci, a stringerci l'occhiolino ogni tanto. che la vita vera è meglio che sia fatta di poco più che nulla.
invece io penso che tentare sarebbe stata la cosa più bella del mondo. perchè tu mi sembravi la cosa più bella del mondo.
non ti perdonerò mai la tua paura di vivere, non ti perdonerò mai il tuo restare attaccato alle cose brutte invece di guardare con stupore alle cose belle. e tra le cose belle metto anche me, sì. perchè io ti voglio bene davvero e non so come possa accadere che tu neanche te ne accorga. anzi, forse te ne sei accorto, ed è questo il problema. non so come sia potuto accadere che tu non abbia creduto che io fossi qui per te e che sarei stata disposta a restare. meglio pensare al brutto che è accaduto prima, vero? meglio soccombere alle macerie del passato invece che lasciarsi amare. certo, come no.
che grosso spreco fai di te stesso.
che spreco inutile fai di noi.

io sono ancora qui, a guardarti da lontano. a pensarti. che idiota che sono.
tu corri via e io sto ferma.
e pensare che eri proprio tu ad aver paura che mi avresti persa. hai mollato preventivamente, che bravo. prima di tutto, prima che fossimo qualcosa. sei stato astuto. io invece sono una stupida perchè rassicuravo te del fatto che non mi avresti persa mentre ora non ho la più pallida idea di come rassicurare me. proprio ora che ho perso te.

Non so più darti un nome

Ti ho conosciuto fin troppo,
MA
mi è sembrato per un attimo di non averti veramente vissuto mai.
Io e te,
alle superiori, io e te
all'università, io e te
sempre in due, sempre sinceri, vite parallele diverse eppure così vicine,
tu, e nessun altro "migliore amico" con cui essere totalmente sincera e mostrare i miei lati  migliori e insieme i più deboli.
In quell'attimo hai annullato le mie sicurezze, abbattuto muri, fatto a pezzi convinzioni, messo in dubbio la stessa realtà in cui vivo. E ogni certezza sbiadiva davanti al pensiero di vederti di nuovo, e tentare di capire se potevamo essere arrivati a una svolta.

Vedi, ci vuole un secondo ad essere sicuri di sè, qualche minuto in più ad esserne convinti, e una vita a crederci fermamente e non farsi abbattere da quello che ti circonda. E tu che cosa hai fatto?
Ti sei permesso di farmi mettere in dubbio la mia sicurezza, poi vacillare insieme a me, e infine mandare a monte tutto quello che c'era stato PRIMA, per le stesse mie paure? E di questi 9 anni che ne facciamo adesso? E di noi due, di me che ti rimprovero, tu che mi consoli, io che ti dò coraggio e ti faccio sfogare e tu che mi fai ridere..?
Che ne facciamo di tutte le confidenze, le congetture, i discorsi profondi, i duelli all'ultima battuta, i "passo da te se hai cinque minuti"..Che cos'era, amicizia? Ma sul serio? oppure era un'illusione, come gran parte di quelle che mi hanno rifilato altre persone, tra le quali speravo che tu non rientrassi mai?

Non so più darti un nome. Non so più chi sei, o cosa sei per me. Ti spingo via dalla testa,ti allontano pensando a tutto quello che ho da fare..e funziona! Ma poi mi basta risentirti e ci rientri, e l'ingranaggio si inceppa, l'equilibrio svanisce. Mi manchi..e non so più perchè.
Sei uscito dalla mia vita in silenzio, ognuno dei due guardava dall'altra parte, e le nostre strade hanno preso più o meno volutamente una direzione diversa.

Che idiota.
Che idioti.

M

All'ombra delle fanciulle in fiore

C'è stato un tempo in cui ridevo, e mi svegliavo col sorriso sulle labbra, e sentivo le farfalle nello stomaco. Ed era perché vedevo te.
Perché sapevo che ti avrei visto e che mi avresti detto qualcosa di inaspettato, che mi avrebbe fatta sentire bene.
Quando ci siamo conosciuti, mi chiedevi di baciarti girandomi intorno, ma io  mi rifiutavo. Avevo capito che eri molto più fragile di quello che davi a vedere, e non volevo fare del male a nessuno, sono sempre stata un disastro coi sentimenti altrui. Non sapevo di esserlo anche coi miei. Non mi ero innamorata mai.
Quando ho capito che mi piacevi, era tardi, avevi già rivolto su qualcun altra le tue attenzioni, qualcuna che ti baciasse, con poco sentimento forse, ma con più leggerezza.
Quando ho preso coraggio, e ti ho rivelato quello che covavo dentro al cuore, ho ricevuto silenzio, un muro di silenzio, prima, e insulti, poi. Ti sei alzato e te ne sei andato via.
hai fatto lo gnorri, come se fossi una pazza che si era immaginata, le tue parole, i tuoi giochi, i tuoi sguardi. Io, non sono mai stata brava a farmi castelli in aria. Sono un segno di terra, io. E non mi ero mai innamorata.
Ho perso il cuore quella volta. Non ho più provato nulla per nessuno. Sono uscita si, con molti, ma nessun bacio, nessun sesso mi ha dato l'euforia gioiosa che mi dava parlare con te.Ti ho sognato, poche volte,tipo 4, 5, nel giro di tre anni. Parlavamo,  mi raccontavi qualcosa, ci rincontravamo, un incontro mesto, ma sincero, intelligente, come due che non si stimano per niente ma che per lo meno si conoscono bene. O il contrario.
Ma la fantasia è sempre meglio della realtà, e i nostri incontri in sogno erano molto più intelligenti del nostro ri-incontro reale..
L'unico modo che ho per sfogarmi è scrivere parole al vento.
 
At

Cose che non saprai mai

A conti fatti, sei stato l'unico. A conti fatti, chiunque ci sia stato prima di te non me lo ricordo nemmeno. Tu sei quello che mi ha cambiata e non lo dico solo perchè è una frase ad effetto. Fino a due anni fa io non ero così, fino a due anni fa io non avevo il coraggio di prendermi quello che volevo, ero sempre rimasta zitta, mi ero sempre lasciata passare davanti le cose e non le avevo mai fermate. E le volevo, le volevo, ma non sapevo come fare. Mi lamentavo di non riuscire, ma in realtà non ci provavo neanche. Poi sei arrivato tu, col tuo modo di fare sempre allegro, come se fosse sempre tutto uno scherzo, e man mano mi sei piaciuto sempre di più fino a che non ho capito che forse c'era sotto qualcosa di forte. Non mi piacevi come gli altri. Mi piacevi di più. E tra una battuta di qua, un abbraccio di là, un pizzicotto ben assestato...mi son detta che dovevo fare qualcosa, che era arrivato il momento. Che se vuoi una cosa te la prendi. E ho approfittato di una volta che mi hai riaccompagnato a casa per provare a prendermela quella cosa, quel pezzetto di felicità che credevo mi spettasse. Ed è stata una delle notti più belle di sempre, tra abbracci, capelli spettinati, risate, baci, dire mille volte "adesso vado" e restare lì, vedere la notte che finiva e cominciava il giorno. Non mi sono levata quel sorriso per giorni. Anche se da subito l'abbiamo vista in modo diverso. Per te era "una cosa così, che se capita ogni tanto", per me avrebbe potuto essere l'inizio di qualcosa, ma ho preferito assecondarti, dirti che sì, la pensavo uguale a te, che non c'erano di mezzo i sentimenti, che era "senza impegno". E ce ne sono state altre di volte così "senza impegno", e ogni volta si andava sempre un po' più in fondo, ogni volta scoprivamo qualcosa di nuovo, ogni volta tu dicevi qualcosa che mi faceva credere o solo sperare che stessi cambiando idea, che avresti smesso di considerarla una "cosa così" e avresti cominciato a vedere in me la persona per cui valesse la pena rimettersi in gioco. Perchè io per te lo farei, io penso che tu valga la pena, io penso che tu sia speciale, io penso di amarti. Penso, perchè non so come sia essere ricambiati. Penso che l'amore possa avere anche questa forma. Per quanto mi riguarda ha la tua. Quella montagna di capelli ricci in cui adoro metterci le mani. Quegli occhiali che ti levi sempre prima di baciarmi. Quel sapore dolciastro di fumo e di birra. Quella risata piena che riempie la stanza e che riconoscerei tra mille. Quel modo di dirmi le cose che mi fa sciogliere. Quei chili in più che mi piacciono tanto. Quel tuo modo di mettermi sempre a mio agio.
Io prima mica ci sarei riuscita a prendere il coraggio di farmi avanti, di far capire a qualcuno quando avevo voglia di stare con lui, di dire chiaro e tondo "non ho voglia di andare a casa adesso" e tantomeno di lasciarmi spogliare, letteralmente e metaforicamente. Ma con te ci riesco, ci sono riuscita. Mi hai sbloccata. O mi sono sbloccata. In ogni caso c'entri tu.
Tu che riesci a farmi sentire più bella, che quando mi dici che non ho il culo grosso e che non dovrei farmi tutte queste paranoie ci credi davvero, che mi ritieni una bella persona, che ti preoccupi per me perchè io non ci resti mai male, che mi dai i baci in testa più belli e delicati che ci siano, che dici cazzate e ti metti subito a ridere per le mie reazioni, che mi saluti con tre baci o solo uno ben piazzato in mezzo alla guancia, che mi fai ridere, che mi fai il solletico quando mi passi la mano dietro alla schiena, che non stai zitto un secondo quando siamo nella tua macchina e ridi perchè non sono mai capace di tirare giù il sedile senza prima darmelo in faccia, tu che dici che ti conosco fin troppo bene.
Tu che troppo spesso però sei su un altro pianeta, sei distante, sei di fianco a me ma è come se non mi conoscessi nemmeno, tu che lasci passare mesi prima di dedicarmi una delle tue serate, tu che per davvero pensi che sia una "cosa così".
E io sbaglio a far finta che vada bene, che la pensi come te, che non ci sia niente al di là di un semplice fattore fisico. Io sbaglio a mentirti così, ma forse tu la verità già la sai. Ti basta guardami. Ma non posso neanche pensare di negarmi quelle briciole che ogni tanto mi dai, perchè quelle mi tengono su. E finchè ci sei, anche così, a me va bene. Potrei passare tutta la vita seduta di fianco a te senza dire una parola, mentre fumi una sigaretta e tieni la birra nell'altra mano e io ti poggio la testa sulla spalla.
Tu vali ogni notte che abbiamo passato insieme, vali le serate al bar ad aspettarti per poi tornare a casa da sola perchè tanto non sei in vena, vali i sorrisi ma anche le unghie consumate, le notti insonni, la pagine che ti ho scritto senza mandarti mai, le aspettative, le speranze, le cose dette all'orecchio, i morsi, la battute che ci facciamo in mezzo agli altri e che solo noi possiamo capire.
Tu, a conti fatti, sei il grande scossone alla mia vita. E mi chiedo spesso come ripenserò a questa cosa tra dieci anni, se finirà nel dimenticatoio come tutto quello che c'è stato prima di te. Ma no, perchè il mondo prima era una cosa, da te in poi è stato tutto diverso.
E posso fare il giro del mondo, posso interessarmi a chiunque altro, posso provare a starti lontana, posso provare con un altro, ma poi torno sempre da te. Dai tuoi abbracci e dalle tue battute e dal tuo sapore di birra, fumo e capelli. 

S.

#LESTRANECOSE


“Bisogna amarsi molto per suicidarsi”, aveva detto Albert Camus.
“La vita è una sigaretta: brace, cenere e fuoco. Alcuni fumano nervosamente, altri assaporano gli aromi”, scriveva Manuel Machado.
Eppure, tu non sai ancora dare una spiegazione a ciò che senti dentro. Cos’hai? Che c’è? Che vuoi? Dove sei?
Eppure, sai che un qualsiasi luogo per ucciderti andrebbe bene. ma non sai in che luogo andare. qualunque, va bene. ma non casa tua. Non la comprerebbe più nessuno.
Prenderesti un tram. gireresti la città per un’ultima volta senza meta. aspetteresti il crepuscolo o, meglio, la notte. Ti nasconderesti. andresti a morire come un gatto. là dove non ti vede nessuno.
Ci si uccide perché si è stanchi. sopraffatti. Una volta pensavi che mai avresti pensato al suicidio. Son bastati vent’anni o poco meno o, meno probabile, poco più, per distruggere quel dogma. annientarlo.
Vorresti dire qualcosa. vorresti lasciar qualcosa. quei tuoi pensieri vuoti ma che tu sai che son tanto pieni. Vanno solo saputi leggere, interpretati. ma la gente non ha voglia. Ma la gente non può. Il suicidio non è una tua sconfitta, ma una sconfitta della società. E’ lei a perdere. lei, che non sa di essere formata da tanti te. E’ lei a perdere, perché tu te ne vai. E’ lei che rimane. Da ora in avanti, son cazzi di chi rimane.
E te ne esci da quella zona, senza essere mai stato sotto “l’occhio di bue”, né all’interno di un campo visivo.
Te ne andresti così. con un sorriso tirato sul viso. dovuto.
te ne andresti così, perché dentro sei un signore.
te ne andresti felice perché nessuno più, da ora in poi, avrà da parlare di te. Da ora in poi avranno solo ricordi. soliti e, col passar del tempo, noiosi ricordi. Non avrai più da dargli merce fresca per le loro chiacchiere. E sarai, allora, finalmente libero.
 
Alberto

mercoledì 15 febbraio 2012

L'amore e altre cose del genere

Quel pomeriggio eri con quel orrido maglione color senape. Era il tuo preferito forse perché lo vedevi verde a causa del daltonismo.

Quel pomeriggio avevi i capelli corti e il semprepresente orecchino alla cortomaltese.  Quel pomeriggio ho preso il gelato al cioccolato, il più schifoso che abbia mai mangiato. Tu l'hai buttato e mi hai detto "se vuoi ne prendiamo un altro".

Quel pomeriggio lo abbiamo passato su una panchina davanti al fiume a leggere "La coscienza di Zeno".

Non volevo andarci forse perché sapevo esattamente cosa sarebbe successo. 
Sei entrato nella mia vita così, tra Italo Svevo e uno schifoso gelato al cioccolato, e non ne sei più uscito. 

Avevi i capelli lunghi quando ci siamo conosciuti, ed eri da solo.
Oggi hai i capelli corti e l'amore.
 
-Polveredidrago-

Sei uno stronzo

Sei uno stronzo.
Mi hai fatto passare il San Lavandino peggiore della storia.
Ho pianto praticamente tutta la serata, e le tue parole (poche) mi feriscono sempre più.
Mi ferisce soprattutto il fatto che sono troppo buona per prendere e urlarti che sei uno stronzo.
Perché non ho il coraggio, perché sono una debole, e perché non voglio perdere quel poco che ho.
E non stiamo nemmeno insieme!
Se non mi vuoi lasciami andare, ti prego...
Perché io così non posso più andare avanti.
 
LiL

Scusami.

scusa,se speravo che fossi online, 
scusa perchè comunque non ti avrei scritto, 
scusa se  vedendoti farò finta di niente,
 scusa se invece ti sorriderò, 
scusa se sono timida e divento rossa, 
scusa se dalla finestra del secondo piano a scuola ti guardo durante la ricreazione, 
scusa se al suono della campanella spero di incrociarti, 
scusa se la mattina quando esco di casa spero di vederti al semaforo, 
scusa se mi accontento degli sguardi rubati tra una lezione e l'altra,
scusa se cerco la tua felpa rossa in mezzo alla folla, 
scusa se mi viene da ridere guardando le tue foto,
 scusa se visito il tuo profilo mille volte al giorno, 
scusa se ogni canzone mi porta da te,
scusa se a volte immagino le nostre mani unite, 
scusa se vorrei offrirti una cuffietta e volare con te, 
scusa se a volte ti sogno, 
scusa se la prof. di italiano mi richiama perchè sono distratta, 
scusa se in ogni istante ti penso,
scusa se la notte non dormo e piango,
scusa se ci sono rimasta male che non potevi parlare,
scusa se vorrei raccontarti un sacco di cose ma mi limito a farti le solite domande banali,
scusa se magari qualche volta ho visitato la tua mente,
scusa se stai fermo nel mio cuore,
scusa se quando mi hai scritto mi sono sentita morire,
scusa se  scappo,
scusa se ti disturbo,
scusa se a volte penso che mi odi,
scusa quando non rispondi subito e mi sento vuota,
scusa quando alcune volte non ti scrivo,
scusa se tanto "io lo so che non ti piaccio",
scusa se questa sottospecie di lettera sembra la brutta copia di una canzone di Dente,
scusa se non capirò e se non capirai nemmeno tu,
scusa se abbiamo un sacco di cose in comune,
scusa se quando scrivo frasi d'amore di  v.b. penso a te,
scusa se sicuramente  mi sfuggirai,
scusa se magari piangerò,
scusa se vorrei farti un bel regalo per i diciotto anni,
scusa se quando penso alla prima volta la immagino con te,
scusa se un giorno ti toccherò,
scusa se mi sorriderai e io mi scioglierò,
scusa se i miei occhi ti sembreranno malinconici e il mio sguardo vuoto,
scusa se cercherò di conoscerti più che posso,
scusa se ogni volta spero che sia tu a volermi sentire,
scusa se ho bisogno di scriverti per sentirmi meglio,
scusa se condivido le tue canzoni preferite per attirare la tua attenzione,
scusa se mentre butto giù queste cazzate faccio rumore,
scusa se  non riuscirò mai ad abbracciarti,
scusa se la sera per addormentarmi ti penso vicino a me,
scusa se voglio il tuo braccio intorno al mio corpo,
scusa se vorrei vedere il mare d'inverno insieme a te,
scusa se per il tuo compleanno l'unica cosa che riuscirò a fare sarà scriverti in bacheca,
scusa se un giorno ci siamo guardati, e lo ricordi anche tu,
scusa se il mio giovane cuore sta fallendo,
scusa se faccio citazioni che ti piacciono,
scusa se  in realtà non so niente di te,
scusa se la domenica pomeriggio ho solo bisogno di te,
scusa se sono anche un po' gelosa,
scusa se quando ti sei avvicinato per salutarmi ho sentito di morire,
scusa se durante il concerto pensavo che dovevi essere lì con me.

scusa per le infinite scuse,
scusa perchè la maggior parte di queste frasi non hanno senso.
scusa, se in qualche modo sono arrivata a provare qualcosa per te.


C.

Non sai quanto ti voglio

Avrei voluto dirtelo quella sera. Dirti che per me sei il mio tutto. Dirti che per me sei importante e bello da morire. Quelle fossette, le tue battute che non fanno ridere, i tuoi occhi azzurri che come un amuleto che tengo nella tasca interna del giubbotto, le tue orecchie che diventano sempre rosse, le sopracciglia un po' troppo folte, i tuoi capelli, le tue spalle fatte proprio per abbracciare. Avrei voluto dirti che ogni mattina mi sveglio solo per poter arrivare e aspettare il tuo saluto e guardarti. Avrei voluto dirti che mi sei piaciuto dal primo momento. Avrei voluto dirti che faccio molto per stare vicino a te, ma non tutto perchè a volte mi sembra inutile. E ti avrei baciato e soprattutto ti avrei abbracciato, ti avrei stretto forte, il più vicino possibile per farti sentire le ali delle farfalle sbattere contro le pareti del mio stomaco. E magari contagiarti con questo mio sentimento. Ma il tuo battito esiste solo quando vedi lei. Lei, che è davvero molto carina. Lei, che è tua amica. E siccome non voglio intralciarti, non voglio essere di troppo, me ne sto qui, seduta davanti al computer con mia sorella che cerca di scoprire cosa io stia scrivendo. Seduta qui a cercare di descrivere il caos nella mia testa. Seduta qui ad amarti in silenzio. E a sperare

C.

Amori impossibili

Tu sei e sei stato comunque mio.
Non importa in quale modo ti ho avuto. Le persone non si possiedono, al limite si vivono e il solo fatto che il tuo volto e la tua voce mi hanno accompagnato in tutti questi giorni, notti comprese, basta a renderti parte di me.
Esistono tanti tipi di amore e forse ne ho inventato uno nuovo: sono sicura che sei riuscito comunque a percepirlo e sentirlo nonostante abbia cercato in tutti i modi di nascondertelo. E a volte ad ammazzarlo con una stupida ed innocua pistola giocattolo.
Mi manchi così tanto in alcuni momenti che mi viene l’istinto di mollare tutto, correre da te e confessarti, anzi urlarti che non esiste meraviglia più grande al mondo del tuo sguardo che si poggia innavvertitamente su di me.
Spogliandomi come nessun uomo è mai riuscito a fare veramente.
Che la mia voce è stata così tanto costretta al silenzio che è come aprire una scatola d'aria compressa.
Ma sono momenti di lucida follia in cui quel peso sul cuore diventa solo un po' troppo opprimente.
In tutti gli altri momenti in cui l’assenza di te non e’ così logorante riesco a illudermi di sentirti vicino ed è come rinascere.
E' in quei momenti che mi piace camminare per strade affollate con la percezione di averti al mio fianco. Mi piace pensare che tu possa guardarmi, scrutarmi e proteggermi da lontano.
Senza guardarmi direttamente negli occhi ma abbattendo ogni muro che mi separa dal mondo .
In quei momenti sono così sicura che anche tu mi vuoi, che anche tu stai pensando a me che potrei anche saperti a 1.000 km distante che niente mi ostacolerebbe.
Le storie impossibili mi rendono forte. So che niente ho e quindi niente mi aspetto.
Non riesco a toccarti ma sono sicura di sfiorarti l’anima e per me questo è amare.
Forse con il tempo sfumerà  questa sensazione che mi tiene legata a te, forse incontrerò qualcuno da amare concretamente e fisicamente, qualcuno da amare come ama la maggior parte delle persone. Ma la normalità che per molti è una meta ambita per me è stata sempre un confine di una gabbia dorata.
Per questo motivo rimango attaccata con le unghie e i denti a questo invisibile filo che percorre i nostri sogni, questo filo cosi sottile che un altro amore (quando e se arrivera’) riuscira’ facilmente a spezzare.
Anche se sono convinta che quante vite avrò io continuerò sempre a perdermi di te.
Questa sera la imprimo perché piove ancora sul pianto. Rimango di nuovo faccia a faccia con il rimpianto che mi sorride ancora e mi vuole nuovamente togliere qualcosa in cambio di una stupida canzone da stonare. Un gioco assurdo di cui non conosco le regole e in cui continuerò a perdere.
Ho creduto che nel calore del sole potessi respirare le tue carezze. Ho sperato che le distanze fossero solo metri da percorrere. Ho frugato illudendomi di trovare amore nella stagnola dei sentimenti ma ho capito quanto sono meravigliosamente speciale o semplicemente quanto sono abile a rimanere sempre più sola.
Ho una collezione di sogni in vetro:al primo soffio di malinconia cadono e si frantumano in mille pezzi. Passo il tempo a risistemarli ed è un buon metodo per anestetizzare i giorni.
Nonostante tutto non  ho ancora capito che quando un treno arriva ad un binario morto è il caso di scendere e proseguire a piedi.

L.

La mia storia è proprio una di quelle storie mai iniziate.

Ci siamo conosciuti per caso sul pullman, durante una gita scolastica alle medie.
Eri grassottello, i capelli scuri e mi piaceva guardarti sorridere: la tua bocca si inclinava leggermente da un lato.
Mi dicevo "mi piace, mi piace, mi piace... Ma non è alla mia altezza", e con presunzione mi accontentavo di spiarlo da lontano.
E quando ci parlavamo raramente ci guardavamo negli occhi, perché entrambi incapaci di sostenere i nostri sguardi.

Eppure andavamo d'accordo, e più gite facevamo, più io e te legavamo.
Non abbiamo mai frequentato le stesse compagnie, né mai ci siamo spediti cartoline durante le vacanze estive, ma quando a scuola c'incontravamo, abbassavamo la testa e ci salutavamo, e parlavamo.

Non sono mai riuscita a capire il perché di cotanta timidezza nei tuoi confronti. Forse perché lo sei anche tu?

Poi abbiamo iniziato il liceo. Stesso istituto, classi differenti.

Io stavo con Lui, quello di cui ti avevo parlato fino allo sfinimento.
Quello che io reputavo alla mia altezza, quello per il quale avrei dato TUTTO.
E tu non hai mai detto "perché Lui e non me?".

Ci siamo persi di vista. Lui era geloso, la sapevamo entrambi.

Gli unici momenti in cui ci era permesso parlare era durante i corsi extra-curricolari, ricordi?
Era come se i viaggi in pullman delle medie non fossero mai terminati.
E tu stavi crescendo, ti allungavi e dimagrivi, mentre io ero sempre la stessa ragazzina castana e bassina.

Venne IL giorno. Tu hai deciso di farmi sapere cosa provavi per me.
Mi hai mandato una canzone-dedica via telefono. Lui l'ha vista. 
Abbiamo litigato. Io e Lui. Tu e lui. Te ed io.

Non ci siamo mai più rivolti la parola. 

Io ho cambiato liceo, mi son fatta un'altra vita, ho avuto altre storie, e mi son autoconvinta che tu non esistessi più.

Son passati gli anni. Ho finito le superiori, e sono una tra le poche fortunate che ha trovato lavoro.
Ed è proprio lì che, facendo pausa sul terrazzo, ti ho visto: alto, magro, coi tuoi capelli scuri e il tuo sorriso particolare, la tua bocca storta.
Abbiamo abbassato la testa diverse volte ogni volta che si siamo incrociati, fino a che hai trovato il coraggio: "Ma tu sei B.?".
"Purtroppo sì. E tu sei M., vero?" rispondo io.
"Purtroppo sì".
"Sei... Cambiato un sacco dall'ultima volta".
...
Sorridevo. Ero felice che tu avessi avuto il coraggio di parlarmi.
Ma pur frequentando gli stessi ambienti, io e te non abbiamo più avuto il coraggio di parlarci.

Se ci siam trovati nella stessa stanza siamo arrossiti. 

Qualche settimana fa mi era stato detto di spostare degli scatoloni. 
"B., aspetta, ti do una mano".
"Grazie! Ce la faccio!".
"Ma figurati, ti aiuto io. Dimmi solo dove devo posarli".
Un piccolo gesto, che ho apprezzato enormemente.

Ci siamo incrociati diverse volte al locale che frequentano tutti di recente, e pur tracannando diversi cocktail a testa, non siamo riusciti a salutarci.

Ti ho chiesto l'amicizia su Facebook, nella speranza che tu facessi il primo passo, ma toccava a me.

Ti ho scritto ieri, e nell'attesa di una tua risposta non ho dormito per l'intera notte.
E questa mattina la risposta è arrivata, l'ho letta ed ho capito che anche tu hai avuto i miei stessi timori: la paura di farti vivo, il timore di infastidirmi, il non sapere come attaccar bottone, perché sì, è sempre difficile chiarire situazioni del genere. E poi mi hai detto che sono timida, e che non sai come rompere il ghiaccio.

Mi è arrivata stamattina, proprio quando in ufficio non c'eri. E quando sei arrivato, mi sono nascosta dietro al pc, come sempre, fingendo di non esistere.
Sei andato a fumare, ti vedo dalla porta-finestra.
Ti guardo e sei bello. 
E non è mai esistito il "non è alla mia altezza", perché abbiamo provato le stesse cose da sempre. E per questo che ti devo delle scuse.
E anche perché non avrò mai il coraggio di dirti che mi piaci. Tocca a te.

B.

Mi manchi

Mi manchi, non vorrei mai averti detto che non volevo più sentirti. ci sono volute quattro persone,dopo di te,per tentare di dimenticarti.Ma io ancora impavida sono qui che ti aspetto. Se tornassi indietro ti direi che non voglio perderti,che va bene anche sentirci di meno,se è quello che vuoi,ma non mi piace non sentirci del tutto. L'ho scelto io, ero arrabbiata furiosa e esagerata, ed è andata così. Non lo so cosa sia,perchè io ancora penso a te,perchè per quanto la mia vita bellissima va avanti,nessuno di quei quattro dopo di te valgono anche solo mezzo bacio che io e te ci siamo dati. Mi mancherai per sempre perchè non potrò mai averti con me.

F.

Non lo sai

Non sai, e non saprai mai, quanto inchiostro, vero o virtuale, ho versato per te. Nemmeno quante lacrime. E quelle, mio caro, erano tutte vere.
Non ho avuto scampo, sin dall'inizio, quando mi dicevo "sì, mi piace, ma niente di serio"; "le cose non serie sono le peggiori", profetizzò V., improvvisamente passato di rango da bear gaymer a Oracolo dell'Aurelia. Infatti, "poi le cose presero un'altra piega", per citare una frase a noi cara: ogni giorno mi davi un buon motivo per sperare di condividere con qualcosa di più di una piadina e un film, e da brava ragazza sicura di sé (sì, ma dopo un paio di birre e uno Screwdriver) ti chiesi di uscire.
Solo sul treno, una settimana dopo avertelo chiesto e un'ora dopo aver ricevuto il tuo no accompagnato da "ma forse non so, un giorno...", mi resi conto di quanto già ti adorassi.
Piansi davanti a turiste spagnole di mezz'età. Scrissi una poesia salvandola nelle bozze dei messaggi del cellulare. Fu l'inizio del baratro.
Smisi di dormire, ma non di uscire da sola con te. Quest'ultima cosa, accompagnata da quel "ma forse, un giorno..." fece nascere nella mia testa un nido di bestie feroci e striscianti che mi rendevano la vita impossibile. Dubbi. Ansie. A volte, anche tremori improvvisi. A volte, nelle mie notti insonni, bagnavo il cuscino di lacrime.
Scrivevo molto di te su un blog, all'epoca. Ti avevo dato anche un soprannome carino quanto inadatto, ora che ti conosco bene: "Il Cinico". Non c'era giorno che non ti regalassi un pensiero su quella pagina di diario pubblica quanto privata.
Alla fine non ne potei più. Ti scrissi una lettera, ma non mi hai mai risposto.
Mi misi l'animo in pace, o quasi. Se non altro, cambiai.
Cambiai fisicamente, cambiai mentalmente. Come gli zigomi sul mio viso, divenni un po' più affilata e prepotente, ma senza snaturarmi. Mi concentrai su me stessa e mi convinsi di essere felice. Ma tu continuavi ad esserci. In qualsiasi momento della mia vita dal giorno in cui mi aggrappai a quel "ma forse, un giorno...", se mi avessero chiesto con chi avrei voluto stare avrei risposto senza esitazione con il tuo nome; da un certo punto in poi però cominciai a nasconderlo,soprattutda me stessa.
Finimmo in vacanza insieme, condividemmo camere e vita con altre persone, ma sempre a stretto contatto. Quando ti cambiavi mi giravo dall'altra parte, per timore di trovarti ancora più attraente senza i vestiti addosso. Erano già passati due anni. Pregavo che un qualche dio mi rendesse felice dandomi te in cambio di tutte le mie aspirazioni future, e disegnavo tuoi pessimi ritratti sulla Moleskine rossa, dove annotavo quanto fossi stupida a continuare a sperare.
Poi l'annuncio della partenza, il primo saluto. Non fu un saluto normale. Da qualche tempo eravamo più vicini, più uniti, ma niente poteva giustificare quella lunga esitazione, quello sguardo disperato e intenerito e quell'abbraccio lunghissimo, interrotto dall'arrivo del treno.
Tornai a casa e passai tre giorni piegata in due sul letto a piangere, sovrastata da un malessere che non sapevo spiegare. Mia mamma mi diagnosticò dello stress dovuto alle complicazioni burocratiche che precedevano la mia partenza, ma non ci avrei messo la mano sul fuoco.
Poi, quello che doveva essere l'ultimo saluto. Una giornata insieme volata via, degli incontri improbabili, e poi mi hai riaccompagnata a casa.
C'erano un sacco di stelle.
Stavamo appoggiati alla macchina a parlare senza guardarci negli occhi.
Era tardi. Ti attendeva un lungo viaggio. Ti dovevo salutare.
Ci abbracciammo. Stretti, a lungo. Troppo.
Cercai di spezzare la tensione dandoti un bacio sulla guancia. Ridesti, e poi mi dicesti "Forse ora ci siamo già strizzati abbastanza". "No, ancora!", risposi, e non ci staccammo.
Qualche mezza frase di esitazione. Piccole paranoie. Il tuo cuore che batteva a mille, come quello di un adolescente. Dubbi.
Mi hai baciata.
Mancava una settimana alla mia partenza.
Sono passati sei mesi. Quel bacio è stata l'idea migliore che tu abbia mai avuto.
Ora ti conosco davvero, ti ho scoperto, non sono più ossessionata da te. Non sei più Il Cinico. Sei solo tu, ∞.
Non rimpiangerò mai nè una lacrima nè una goccia d'inchiostro versata per arrivare a te.

A.

Mettigli un titolo

E vorrei scriverti. Non per recuperare i miei errori. E so che sarebbe sbagliato. Vorrei scriverti perché ho trovato una foto. Una di quelle in cui io faccio lo scemo e tu sorridi. Perché mi piaceva quando sorridevi. Mi piaceva sapere che ero io a farti sorridere. E sorridevi con gli occhi, e pensavi “Che cretino! Mi piace così cretino”. Mi guarderò questa foto un altro po’. Magari ricorderò parecchi particolari. E ricorderò la mia felicità, magari. E sorriderò. E poi piangerò, ci scommetto. Poi starò lì un’ora per decidere se cancellarla o meno. E non ce la farò. Ma è giusto così. No, non si poteva più far finta di superare tutto. Non ci riuscivo io, figurati tu. Ma il tuo sorriso tornerà. E altri saranno felici. E io potrò soltanto sorridere di nuovo. Saprò di non avertelo rubato per sempre. E forse imparerò qualcosa da tutto questo. Cose che avrei dovuto imparare con te.

Ck

(C)

Ho tante cose da (non) dirti. Sono cose belle. Ho sempre pensato che dirle, le cose belle, in qualche modo rovina tutto. Io, per dire, non ho mai detto “ti amo”. Anzi, l'ho detto, una volta. E mi è sembrato di aver ridotto i baci, i sorrisi, gli intrecci, tutto, a una semplice frase.

Forse non sono mai stata fatta per questo. Forse è perché sono timida, e dire le cose superflue non mi è mai piaciuto.
E quindi non ti dico niente. Io ti ascolto respirare. Io ti cerco con gli occhi alla stazione, quando scendo dal treno. O quando arrivi, per me. Io non credo di aver cercato mai nessuno così, in mezzo alla gente, non credo di essermi mai sentita quella sensazione strana di mancanza improvvisa che ti assale mentre cammini per strada, e non credo neanche di aver mai desiderato di preparare la colazione per qualcuno, ecco. Penso che ho voglia di svegliarmi con te, penso troppe volte alla parola nostro, santo cielo.
Io ti chiamo per cognome, e continuo ad avere il tuo numero salvato sul telefono con quel nome stupido, che fa pensare a una persona che incontri per caso e poi non chiamerai più.
Io non ti definisco.
Io non riesco a chiamarti “il mio ragazzo”. Ma solo perché forse è troppo poco.
Ma non ti dirò niente. Anche se io, a nascondermi, non sono mai stata brava. E forse sembro una ragazzina, forse me le hai già lette tutte dentro, queste cose, e io non lo so.
Resto così, ora ti sogno da lontano. E ci guardo come si guardano le bolle di sapone, colorate, leggere.
Una volta, quand'ero piccola, mi hanno detto che ce ne sono alcune che non scoppiano mai.

yfc

messaggio in bottiglia

ho ripensato con un po’ di commozione a questi tre anni.

alla prima volta che ti ho visto e stavi cominciando a perdere i capelli e ti mettevi sempre un cappello.
alla prima volta che mi hai parlato, o meglio, che hai parlato di me mettendo in guardia un cliente che voleva rubarmi il giornale.
a quando mi hai detto camilleri? quando io leggevo un piccolo sellerio. invece era zoo.
a quando mi hai detto che berlino era la città più bella del mondo. e io arrivavo da lì.
alla prima volta che abbiamo flirtato spudoratamente. e io non me la ricordo perché avevo bevuto troppo whiskey.
alla prima volta che abbiamo fatto l’amore, e tu mi hai preso in braccio, come mesi fa, ancora. e cercavi il letto e non sapevi dov’era.
a quando hai finto di aver perso il cellulare e mentre ti chiamavo tu già salvavi il numero. io il tuo numero l’ho salvato come ***. e non l’ho più cambiato.
alla prima volta che sono tornata al baretto, dopo la nostra prima volta. avevo scrittto compulsivamente sulla moleskine, in un altro bar. e poi sono entrata, e tu mi hai detto signorina t, bentornata.
a quando mi hai detto uhm, ho una mezza storia con qualcuna ed eravamo già nudi di nuovo.
a quando sei venuto a prendere il caffè. e mi hai detto possiamo essere buoni amici. e io mi sono seduta a cavalcioni su di te, baciandoti.
a quando sei venuto a pranzo, e io ti ho dato la pasta con il sugo bruciato e il tortino crudo.
a tutte le volte che ti ho guardato lavorare,
alla volta che qualcuno mi ha detto se non sapessi che è un anno che è finita, penserei che avete fatto sesso ieri, da come vi guardate. e avevamo davvero fatto sesso il giorno prima.
a tutte le volte che ti ho difeso. da chi ti voleva picchiare e avrebbe avuto ragione, dalle mie amiche che scuotevano la testa. da  te stesso e dal tuo essere, irrimediabilmente, un cazzone.
a tutte le volte che ti ho creduto. perché non ho bisogno di spiegazioni, di scuse, di balle, perché sei tu, e ti vedo per il cazzone che sei, e mi vedi per la cazzona che sono.
alla prima volta che sei tornato al baretto dopo l’apertura del nuovo locale. e io ho detto a una ragazza che poi è diventata una mia amica, ma lì non lo era ancora è bellissimo vederlo di nuovo qui.
al morso che ti ho dato sul labbro. alla schiena dolorante della volta che abbiamo fatto l’amore nell’androne, e a un certo punto  tu mi hai sdraiato sui gradini.
alla sera in cui mi hai incontrato fuori con *** e abbiamo flirtato spudoratamente. e io sono tornata a casa e ti ho chiamato, e c’era occupato, perché mi stavi chiamando. e quando mi hai risposto mi hai chiesto ti sto chiamando io o mi stai chiamando tu? tutti e due.
a quando da un kebabbaro abbiamo sentito questa orrenda canzone e non capivamo che fosse. e poi è partito un in ogni luogo  in ogni lago e l’abbiamo riconosciuta.
a quando mi hai ripetuto n volte che ho un talento naturale per lavorare nei bar.
a quando, guardando la ragazza più bella che abbia mai frequentato il baretto mi hai detto non ha una briciola del tuo sex appeal.
a tutte le volte che hai detto socrate, gesù ed io che è diventato un modo per prenderti in giro da solo.
a tutte le volte che mi sono sentita i tuoi occhi addosso e quando mi sono voltata mi sono accorta che tu mi stavi guardando.
a quando ho pensato devo tirarmi fuori da questa cosa. e poi ogni volta i tuoi occhi le tue mani e la tua barba sono stati qualcosa di disarmante. e di inevitabile.
a quando ho sedato una rissa tra te e lo spacciatore kosovaro.
alla volta che mi hai detto ci sono troppe persone che sarebbero felici se mi mettessi con te, me compreso. e io non voglio essere felice.
a tutte le notte che ti ho aspettato. e sei arrivato. anche quando non ci speravo più e ti sentivo urlare con la tua ex nel bar chiuso.
alla volta che mi hai detto ti ho visto sul ponte, oggi. e perché non mi hai chiamato? eri così bella non volevo rovinartia tutte le volte che mi hai fatto battute sessuali, che non erano mai volgari.
a quando mi hai detto sono come il santone di roma, che ti dice vieni qui che ti rimetto a posto il karma, e poi ti tromba.
a quando ti ho incontrato con ***. e ti ha dato un fastidio micidiale.
a una sera in cui mi hai detto sei stata l’unica luce in una giornata di merda.
a una mattina in cui stavo andando a incontrare la C per andare al mare, e tu che facevi la spesa con tuo figlio mi hai chiesto portate anche noi?a quando ***  vedendoti ubriaco, mentre io cercavo di farti alzare da terra, ti ha urlato bravo, complimenti, rovina anche lei. e tu hai detto solo no, lei no.
a una notte in cui abbiamo fatto l’amore dopo mesi. ed è stato come tornare a casa.
a un notte in cui abbiamo fatto l’amore dopo più di anno, ed è stato come l’avessimo fatto la sera prima.
a quando ti ho detto sono innamorata di te e piangevo a tendina. e tu mi hai detto solo tu, nel bene e nel male, mi vedi per quel che sono
alle mattine in cui mi sono svegliata con un ho chiamato alle 2.58. alle 4.36. alle 5.20 sul cellulare.
a una notte in cui ti ho raccattato ubriaco di troppa vodka e ti ho fatto bere dell’acqua e sono riuscita calmarti.
a una volta in cui mi sono arrabbiata e te l’ho detto. e tu mi hai chiesto scusa.
a quando parli della piazza come della nostra piazza.
a una notte in cui ti ho sognato in ginocchio in mezzo alla strada, e sono venuta a pranzo da te, il giorno dopo. e ti era successa una cosa bruttissima.
a una notte in cui ho sognato che facevamo l’amore. e dopo poco è successo davvero.
a un pomeriggio a fare la spesa, con tuo figlio e tuo nipote.
a quando mi hai risposto a un messaggio con una citazione de i malcontentia quando ho detto alla psicologa perché io lo vedo per il cazzone che è. e lui la vede per la cazzona che è, mi ha risposto lei.
a una notte in cui ci siamo baciati in ogni angolo del baretto.
a quando tua madre mi ha detto perché non ti prendi cura di mio figlio?
a una sera in cui ti ho detto bisogna meritarsi di accorgersi che le cose mi toccano
a tutte le volte che mi hai visto. che hai visto che stavo male, che ero felice, che ero disperata.
a quando ti ho chiamato dicendo che ero a letto con 39. e tu mi hai chiesto se 39 avesse una moglie di cui dovevamo sbarazzarci.
a quando ti ho mandato un messaggio per dirti che ero svenuta. e tu mi hai chiamato subito e volevi chiudere il locale e venire da me.
a una notte in cui sono scesa con un mio libro, e ti ho detto questo è per te, io lo leggevo a berlino.
a tutte le volte che mi hanno detto ti guarda con gli occhi pieni d’amore. a quando M mi ha detto non lo vedevo così felice e cazzone e allegro da mesi, dopo la notte passata a ballare insieme.
a tutte le volte che ci hanno detto che siamo bellissimi insieme, due disastri, due cazzoni.
a tutte le volte che ti ho portato delle tisane da casa.
a quando ti ho detto che F mi aveva detto tu sei una che non vuole che le rompano i coglioni, perché non ti importa di nulla. e tu mi hai detto serio non ha capito un cazzo di te.
a quanto mi hai fatto il vuoto intorno, perché non volevi che uscissi con nessuno.
a tutte le volte che hai urlato il mio nome. con l’articolo davanti, come una parola unica.
a quando mi chiamavi signorina t, dal nome scritto sul campanello.
a quando mi hai detto non vengo con alcun istinto romantico e poi ti sei addormentato sulla mia pancia, e io ero così felice che mi è venuto da piangere.
a una sera in cui abbiamo ballato nel baretto pieno. e una ragazza mi ha detto di aver capito di noi in quel momento.
a una notte a ballare e baciarci in un locale vuoto.
all’esorcismo, e alla notte in cui abbiamo fatto l’amore contro un muro.
a tutte le volte che ci siamo trovati d’accordo, parlando di libri, di musica, di politica, di cinema, di blog e di persone.
a una volta che mi hai suonato e mi hai detto scendi ti devo dire una cosa. e un secondo dopo stavamo facendo sesso sulle scale.
a tutte le volte che ti ho incontrato per caso, e mi hai svoltato la giornata.
a tutte le volte che ho visto le tue spalle grosse, mentre cucinavi. e a quando sei uscito dalla cucina per chiacchierare con me, con un tortellone crudo in mano.
alla notte in cui mi hai detto guardami il bar mezzora. e mi hai lasciato lì a lavorare.
a quando mi hai scritto stanotte ma come parti?sì torno domenica. allora ci si domenica. a quando stavo per partire per parigi e ho finto che avrei lasciato la città per sempre, e tu mi hai detto ma come è la tua ultima sera qui? ora chiudo il bar e la passiamo insieme. a tutte le volte che mi sono immaginata come potrebbe finire. e non saputo immaginare niente di plausibile, perché non so scrivere il finale di questa storia.
a quando *** ha coniato per te il nome di capitan disastro.
a tutti gli shottini, le caipiroske, le birre e le tisane bevute insieme.
a una bottiglia di becks che avevi in mano una volta che sei arrivato a casa mia. e che è finita rovesciata ovunque.
alla tua pelle, che ha un odore che riconoscerei tra mille.
a una volta che ti ho urlato, mentre uscivi, la sciarpa! e tu mi hai detto tienila tu e io ho perso il conto delle notti che ci ho dormito abbracciata 
a tutte le sigarette fumate. che io non fumo, ma tu ogni volta me ne offri una, in ricordo dei primi tempi, quando pur di star con te, uscivo a fumare.
a una notte a casa di una barista, quando giocare con un gatto rosso era una scusa per tenerci la mano, come due adolescenti.
a tutte le volte che ho riletto i post delle notti passate insieme, e a tutte le volte che ho pianto, di emozione.
a quando mi hanno detto hai negli occhi la luce e la brillantezza di una persona perdutamente innamorata. a una notte passata a dormire abbracciati, scomodi, e stretti su un divano.
a tutte le parole che abbiamo condiviso. ed erano libri, canzoni, post.
alla notte in cui ti ho detto: devo parlarti. e tu prima hai detto ti chiamo, poi mi hai detto dimmelo. ed eravamo su lastrone della piazza e io ti ho guardato, e mi è venuto da piangere. e te l’ho detto, sono innamorata di te, e voglio stare con te.
a tutti i baci che ci siamo dati, mani intrecciate e morsi e lingua e saliva ovunque.
a te, che sai di buono, sempre.
a te, che mi hai cambiato la vita, ed è una cosa così enorme, e bella e indefinibile che non trovo nemmeno le parole.
a te, che sei così tanto amore, che ci vorrebbe una parola nuova per dirlo.

grazie s., sempre.
[questa è una cosa che ho scritto altrove sei mesi fa. non è cambiata una virgola. e sì, è possibile che lui la legga, qui. chi lo sa. è possibile che ci riconosca. ed è possibile che non succeda. ma non cambia nulla, perché prima o poi gli metterò in mano un foglio, con scritte sopra queste cose. e sarò sicura che la leggerà]

plettrude